Un'altra giovinezza, di Francis Ford Coppola (2007)

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Ulampator
view post Posted on 26/11/2007, 00:37 by: Ulampator




posto anche quì la mia brevissima impressione sul film :lol: , che ho inserito anche nel mio

Finalmente visto la settimana scorsa, a 40 klm di distanza. costo del biglietto 3.50 €… ma anche questo significa essere Francis Ford Coppola. Credo che anche dal punto di vista strettamente commerciale sia stato un’errore non proiettare Un’altra Giovinezza in maniera doverosa, perchè Coppola inevitabilmente richiama una consistente nicchia di persone e avrebbe reso molto più di altri film presenti attualmente sul mercato. Senza dire che questa pellicola, e in generale questo regista, aldilà di tutto sono un’esperienza sensoriale che non può far che bene.

SPOILER
Non avevo mai visto Coppola così… visionario, misterioso, introverso.. ma a ben pensare cos’è se non l’evoluzione di un grande regista?
Un’altra Giovinezza potrebbe essere il desiderio esaudito di un uomo alla soglia dei settanta anni, in veste di delirio. L’angoscia di non riuscire a portare a termine il progetto di una vita. Il viaggio quasi dantesco di un professore a spasso nel tempo, accompagnato dalla sua Beatrice e nella continua ricerca delle radici del linguaggio e dell’umanità stessa. In questa pellicola, molto personale di Coppola, ci sono tutti i 10 anni di assenza del regista: la crisi ispirativa, il progetto di una vita, l’angoscia della sua incompletezza a causa della sua complessità e (consentitemi) la fame di tornare a stupire dietro la macchina da presa, come un artigiano sapiente. Non lontano, come idea, da un Otto e Mezzo di Fellini o un Island Empire di Lynch (per fare qualche esempio) e se lo si vede in quest’ottica risulta molto più accessibile. Infatti credo che sia un film che troverà i propri consensi nei prossimi dieci anni perché (paradossalmente!) una delle eterne sfide di Coppola è sempre stata quella di trovare un giusto equilibrio fra il cinema “hollywoodiano” e il cinema impegnato.
Infatti Dominic Matei si ritrova in un clichè abbastanza tipico del cinema hollywoodiano. Il fenomeno improvviso che lo colpisce, donandogli nuova vita e poteri incredibili è il motore, abbastanza classico, da cui prende spunto la storia. Quello che cambia è la prospettiva. Il protagonista di Coppola (un magistrale Tim Roth) non fa cose balorde, non fa un uso spropositato di questi poteri e ne tanto meno cambia la sua visione della vita, anzi cerca con maggior vigore di portare a termine il suo progetto di sempre. Parallelamente alla sua avventura Coppola ci informa che un mondo intero è in guerra, sono gli anni più destabilizzanti del secolo e forse della storia, dove la ferocia, lucida, dell’uomo raggiunge gli apici.
Fin qua poco male, ma in realtà chi conosce Coppola sa che è un regista molto complesso.
Infatti ciò che secondo me ha spiazzato un po’ tutti, me compreso, sono state le continue “licenze poetiche”, oserei definirle, che nel film si susseguono. Un viaggio onirico inconcludente, un tipo di cinema non convenzionale a cui il regista non ci aveva mai abituato. Sembra quasi che Coppola si sia divertito a prendere in giro lo spettatore mettendo a dura prova la sua credibilità.
In realtà egli cerca solo di stimolare la platea a guardare oltre il proprio naso a non soffermarsi sulla forma ma sulla sostanza. La trasmigrazione dell’anima (una bella e brava Alexandra Maria Lara), che tra l’altro è un elemento a cui il regista aveva già fatto riferimento in Dracula (unico film precedente a cui mi sento di avvicinare questo suo ultimo lavoro), Il doppio (fenomenale Tim Roth), lo stesso Dominic Matei che a detta di Tim Roth stesso sembra un personaggio venuto fuori da un episodio di “ai confini della realtà”. Sono gli elementi di indagini molto più importanti e profonde. Coppola infatti traccia un primo parallelismo fra quello che succede a Dominic Mattei e quello che succede in quegli anni nel mondo. L’arcano in realtà viene svelato alla fine quando Dominic (Tim Roth) ritrova i suoi vecchi amici e prova a raccontargli di quello che ha visto, nonostante i loro volti increduli: gli parla dell’uomo che ha passeggiato sulla luna (episodio da chiarire) e di un mondo migliore. Questo è un messaggio assolutamente positivo di Coppola perché vuole trasmetterci come un episodio fenomenale, improvviso e drastico come può essere un colpo di fulmine addosso a Dominic Mattei o la bomba H addosso all’umanità, porta l’uomo si ad avere maggior consapevolezza dei propri poteri , ma inevitabilmente ne scaturisce un’evoluzione e il Dominic Mattei rigenerato è un uomo migliore non solo per le sue straordinarie capacità, ma per come ne fa uso e perchè gli riesce ciò che non gli era riuscito in vita, rinunciare al suo progetto per amore, pur sapendo di dover perder la sua amata. Così L’Uomo di fronte alla megalomane consapevolezza degli effetti distruttivi delle bomba atomica riesce ad evolversi, ad arretrare la propria violenza, e cominciare a porre le basi di un mondo migliore non più afflitto dalle guerre.
Sullo sfondo invece Coppola indaga sulle radici del linguaggio e delle origini dell’uomo stesso, tradotta parallelamente in indagine del linguaggio cinematografico. La natura Metafisica di questo ultimo film si riscontra anche in quel dualismo che da sempre lo contrasta, la sua non è una critica distruttiva al cinema hollywoodiano, ma una acuta e ironica sfida (costruttiva) dei suoi stilemi e dei suoi clichè (un esempio su tutti: la svastica sui reggicalze!) per poi approdare ad modo nuovo di comunicare: sensoriale, illogico, sottile. Quando Dominic nel finale parla di aver visto Armstrong passeggiare sulla luna, fa riferimento ad un avvenimento a cui non ha assistito. (ora apro quì una parentesi ….anzi l’ho già aperta.. cmq secondo quanto ho letto Dominic Mattei vive la sua avventura dal 1938 al 1956). Oppure la poesia della terza rosa che Dominic stenta a decidere dove volerla materializzare. Come molti passaggi di questo film sono volutamente inspiegabili, vivono fra una sarcastica metafora cinematografica.

In definitiva per chi ama il Coppola “psichedelico” questo film è un vero capolavoro anche sul piano delle immagini, davvero spettacolari. Potrebbe apparire ad una prima visione un po’ troppo allucinato e illogico ma sono sicuro che il tempo gli renderà giustizia, anche perché F.Coppola (secondo anche quanto ha dichiarato) non ha voluto fare un film incomprensibile , è un’evoluzione del linguaggio cinematografico, un film che sento di consigliare a tutti perché ritorna nella mente per la sua assurdità, illogicità, contribuendo a comporre il quadro perfetto, visione parziale del tutto…

Edited by MetalAngel - 26/11/2007, 10:01
 
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13 replies since 30/9/2007, 12:22   1099 views
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