Espiazione, di Joe Wright

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deborah mayfair
view post Posted on 29/9/2007, 11:10 by: deborah mayfair




SPOILER


Come può uno scrittore raggiungere l'espiazione quando, attraverso le sue parole, riesce ad avere il potere di Dio?

Espiazione di Joe Wright riesce a catturare quasi alla perfezione lo spirito del romanzo di McEwan. Sia quest'ultimo che il film mi hanno fatto riflettere molto. Secondo me, Briony alla fin fine non mette in atto alcun tipo di ammenda per ciò che ha commesso: io ritengo che quello che ha fatto non sia scusabile e non basta aver dato un finale felice ai due innamorati nel romanzo, per resituirgli la vita e le possibilità che gli ha tolto. Nemmeno aver rinunciato all'università e aver intrapreso la carriera di infermiera è sufficiente: lei diventa comunque una scrittice di successo, con amici ed una famiglia (nel romanzo si accenna brevemente al marito morto tempo prima) e, alla fine (questo nel film non si vede), ottiene pure una bella festa di compleanno nella sua vecchia casa in cui pensa che forse, nella prossima stesura del romanzo (che però probabilmente non scriverà mai, dato che è malata), Cecilia e Robbie potrebbero addirittura perdonarla e sorridere felici guardando la sua vecchia recita finalmente messa in scena. Io penso che questa sia la beffa finale e più crudele. Mi è sembrata una scelta molto vigliacca da parte sua scrivere un bel finale, perchè tanto "che motivo c'è di togliere speranza al lettore con un finale tragico?". A differenza del film, nel romanzo lei è l'unica a conoscere la verita e non la rivela in un'intervista come invece accade nella pellicola. (Ovviamente tutto questo avviene all'interno dell'universo del romanzo, noi sappiamo invece come è andata a finire).
Non basta nemmeno una malattia giunta ormai nella vecchiaia e che le impedirà di scrivere per i pochi, restanti anni della sua vita, per riparare a quello che ha fatto.
Queste sono solo alcune delle mie riflessioni, so che non tutti potrebbero pensarla come me e che potrebbero ritenere che invece Briony ha portato un peso per tutta la sua vita.
Tornando al film, il regista ha talento, l'esempio più eclatante si ha senz'altro nel piano sequenza della durata di quattro minuti e mezzo (circa) che ci mostra l'accampamento militare e nella bravura con cui riesce a mettere in scena i cambi di prospettiva della vicenda vissuta dai diversi personaggi. Merita menzione anche la colonna sonora di Dario Marianelli, in cui il ticchettio della macchina da scrivere, il rumore dei passi e non solo, si fondono alla perfezione con la musica.
Per quanto riguarda gli attori, abbiamo un solido cast: brava la Knightley, che finalmente si discosta dal ruolo di Pirati dei caraibi e sorprende in positivo; ottimi (tra gli altri) James McAvoy e Romola Garai.

Edited by deborah mayfair - 7/10/2007, 10:24
 
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