deborah mayfair |
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| POSSIBILI SPOILER
Death Proof di Quentin Tarantino è un film da giudicare tenendo ben presente il progetto che lui e Rodriguez volevano realizzare(Grindhouse: ovvero due film al prezzo di uno), ma anche il tipo di genere cinemtografico che i due registi vogliono omaggiare, in questo caso i b-movies degli anni '70. Ed è proprio all'interno di questo contesto che il film diventa "gustoso" ed acquistano valore le scelte del regista: i titoli di testa e quelli di coda, i graffi alla pellicola, le musiche, l'audio e il video che "saltano", la fotografia. E non solo; all'interno del film Tarantino cita anche se stesso: i dialoghi tra i personaggi, la suoneria del cellulare di Rosario Dawson, lo sceriffo con il figlio, il pestaggio finale a Stuntman Mike che nel tipo di inquadrature ricorda quello subito dalla sposa, la presenza nel secondo episodio di Zoe Bell (controfigura di Uma Thurman); tutti segni distintivi dei suoi film. Ho preferito leggermente il secondo episodio al primo, probabilmente per la presenza delle due stunt che daranno del filo da torcere al crudele serial - killer. Adrenaliniche e girate benissimo le scene d'azione (soprattutto l'inseguimento tra le due macchine verso la fine) e molto buoni gli effetti speciali. Tra il cast, quasi tutto al femminile, spiccano Sidney Tamiia Poitier (figlia del celebre attore), Vanessa Ferlito, Rosario Dawson e Zoe Bell. Molto bravo anche Kurt Russell. Peccato che il progetto (così particolare) di Tarantino e Rodriguez sia stato snaturato. Secondo me la pellicola non potrà essere apprezzata da chi non conosce il tipo di film citati dal regista o da chi non sa nemmeno cosa voglia dire Grindhouse (e comunque dividendo i due film il senso si è già perso da solo).
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