Il velo dipinto, John Curran

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CameraObscura
view post Posted on 3/3/2007, 17:57 by: CameraObscura
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giuda

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“Quando amore e dovere coincidono, la grazia è dentro di te”

Un uomo e una donna aspettano qualcosa, presumibilmente un mezzo che li trasporti verso qualche luogo. Si avverte fin dalla prima inquadratura la distanza “mentale” che allontana i due, dal modo in cui attendono: l’uomo è intento a leggere un libro, mentre la donna sventola un ventaglio per farsi aria. I due sono seduti su delle casse di legno. Da qui parte un flashback che ci fa capire che tipo di rapporto intercorre tra i due individui. Anni Venti. Kitty è una giovane donna londinese altolocata, modaiola, mondana e viziata, che, dall’oggi al domani, con l’intervento della famiglia, si ritrova sposata con un uomo che non ama, Walter Frane, un batteriologo appartenente alla classe media, distaccato e glaciale, che la porta a vivere a Shangai. Il rapporto coniugale non è dei più rosei: Walter non sembra dedicare molte attenzioni alla moglie, è gelido, più interessato alla carriera che alla famiglia, sebbene dichiari di averla sposata per amore. Il disamore di Kitty verso il marito si concretizza nell’adulterio: grazie a Walter, la donna conosce un viceconsole inglese, Charlie Townsend, con il quale ha una relazione passionale. Il marito, però, scoperto il tradimento, decide di partire come medico volontario per una remota località della Cina, Mein - Tan – Fu, colpita da una feroce epidemia di colera, e porta con sé la moglie ad espiazione del peccato. Sarà un viaggio molto lungo ed estremamente faticoso, soprattutto per Kitty, per nulla abituata a situazioni del genere. Giunti a destinazione, il rapporto tra i due coniugi si fa sempre più teso: Walter è totalmente indifferente alla moglie, non pensa ad altro che ad una cura per il colera; Kitty, dal canto suo, non tenta nemmeno di ribellarsi, perde le speranze, sa di aver sbagliato, ma non ammette i suoi errori. Solo verso la fine, proprio grazie alle difficoltà di una vita non proprio “agiata” e ai sacrifici per sopravvivere in una località fuori dal mondo, infestata da un morbo tremendo, la donna capirà di amare profondamente il marito, insieme scopriranno una passione che non c’è mai stata e arriveranno a capirsi, a comprendersi, seppur per poco tempo. Il velo dipinto è un dramma sentimentale ispirato dall’omonimo romanzo di W. Somerset Maugham, nonché remake del film del 1934 diretto da Richard Boleslawski, con Greta Garbo e Herbert Marshall, sebbene con questo abbia ben poco a che vedere. Le aspettative di un pubblico avvezzo al melodramma strappalacrime (con annessi e connessi) saranno deluse: il regista John Curran, infatti, ha deciso di tralasciare quasi del tutto le priorità melodrammatiche per concentrarsi sulla psicologia dei personaggi e sulle sue sfumature. Ottima la scelta di non infarcire la pellicola di tediose parole d’amore, che avrebbero appesantito la visione del film. La scorrevolezza della visione è coadiuvata anche da momenti leggeri che regalano qualche sorriso e rendono più simpatici i personaggi

SPOILER (click to view)
vedi la scena in cui Walter conta la lunghezza della strada oppure quella in cui lo stesso, ubriaco, cade a terra
. Lodevole è, dunque, il tentativo, indubbiamente riuscito, di “svecchiare” il genere melodrammatico mediante l’uso di un linguaggio cinematografico e di una tecnica registica che, seppur all’interno delle regole del genere, prendono una forma nuova, più moderna. Il cast è perfetto: ogni interprete ci offre una performance attenta e precisa. Edward Norton è credibilissimo nel ruolo di Walter, uomo arido e vendicativo, che subisce un’evidente evoluzione nella seconda metà del film; Naomi Watts, dal canto suo, fa sfoggio di tutte le sue doti di interprete delicata e intensa; anche Liev Schreiber e Toby Jones ci deliziano con le loro performances. Un plauso particolare va alla formidabile prova di Diana Rigg, nei panni di una Madre Superiora saggia e amorevole. Degne di nota sono poi la fotografia, grazie soprattutto alle locations esotiche da sogno, e la colonna sonora, composta dal francese Alexandre Desplat , che accompagna superbamente ogni fotogramma.


Un film che merita. :D

 
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