The Interpreter, Sidney Pollack (2005)

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CameraObscura
view post Posted on 27/9/2006, 00:50 by: CameraObscura
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Regia: Sydney Pollack

Sceneggiatura: Martin Stellman, Brian Ward

Interpreti e personaggi:

Nicole Kidman .... Silvia Broome
Sean Penn .... Tobin Keller
Catherine Keener .... Dot Woods
Jesper Christensen .... Nils Lud
Yvan Attal .... Philippe
Earl Cameron .... Zuwanie
George Harris .... Kuman-Kuman
Michael Wright .... Marcus
Eric Keenleyside .... Rory Robb
Hugo Speer .... Simon Broome
Maz Jobrani .... Mo
Yusuf Gatewood .... Doug
Curtiss Cook .... Ajene Xola
Byron Utley .... Jean Gamba
Robert Clohessy .... FBI Agent King
Terry Serpico .... FBI Agent Lewis
John Knox .... Fred Jameson
David Zayas .... Charlie Russell
Enid Graham .... Jenny
Patrick Ssenjovu .... Jad Jamal
Sydney Pollack .... Jay Pettigrew

Silvia Broome, un'interprete che lavora per le Nazioni Unite, ascolta per caso una conversazione in cui si sta preparando un piano per uccidere un leader africano. Scoperta, diventa anche lei un bersaglio per gli assassini. Con l'aiuto di un agente federale deve cercare di bloccare il killer per evitare l'attentato e salvare se stessa.

"...Anche un bisbiglio può essere udito al di sopra degli eserciti, quando dice la verità..."
Queste sono le parole pronunciate da Edmond Zuwanie, presidente della Repubblica Democratica di Matobo, paese di fantasia, nato dall'immaginazione del regista Sydney Pollack, (sebbene esista un parco con quel nome) ma che ha molte analogie con lo Zimbabwe del tiranno Mugabe. Una frase tremendamente vera, che cozza contro la "condotta" dittatoriale del governo di Zuwanie. Questi si è macchiato dei più orrendi delitti. Ha compiuto stragi d'innocenti, e per questo qualcuno lo vuole uccidere. Infatti, Silvia Broome, interprete alle Nazioni Unite, involontariamente si trova ad ascoltare un piano segreto per uccidere un capo di Stato africano in prossima visita negli States. Il fatto che quella minaccia di morte sia stata formulata in un idioma (l'immaginario Ku) che solo la Broome sarebbe stata in grado di interpretare, insospettisce l'agente FBI Tobin Keller, incaricato della sicurezza dei Delegati di Stato. Tra i due si instaura un rapporto inizialmente problematico. Lui non crede alla donna ("è una bugiarda", dice), la sottopone alla macchina della verità (senza esiti attendibili), e anche lei sembra non riuscirsi a fidare di lui ("Devo essere sincera con te: non so se posso essere sincera con te!"). Poi, piano piano, Tobin capisce che Silvia non è altro che una vittima delle circostanze. Come Keller, che ha perso la moglie e la figlia in un incidente stradale causato dall'amante della consorte, è una persona sola, che ha perso tutto, gli affetti e la felicità. Le è rimasto solo il fratello

SPOILER (click to view)
che scopriremo poi essere stato assassinato
, rimasto nel Matobo, del quale, però, non ha notizie da tempo. Nonostante la sua apparente fragilità, però, Silvia è una donna forte e tenace: è emigrata da sola negli Stati Uniti dal Matobo, suo paese natale, e ha intrapreso il lavoro di interprete alle Nazioni Unite proprio perchè all'Onu si sentiva come a casa. La donna, a mano a mano che il film procede, trova la forza per raccontarsi, si apre all'agente Keller e lui fa lo stesso. Sembrano trovare unione nel loro dolore. Il loro rapporto va di pari passo con la vicenda, che dapprima appare intricata, ma poi si districa, lasciando intravedere una schiarita. Pollack ha definito il film "un thriller e una storia d'amore pieno di inseguimenti e di persone in pericolo" e non ha tutti i torti. Infatti, la pellicola è un bel connubio di suspense, azione e amore, sebbene quest'ultimo non sia presentato nelle sue manifestazioni più tipiche. E' un amore che nasce, ma che non riesce a decollare. Un amore finito sul nascere. Ma la storia d'amore incompiuta non è l'unica tematica che caratterizza The Interpreter. Infatti, il film sviluppa una sottile riflessione sul tema della vendetta, definita da Keller "una pigra forma di sofferenza". Entrambi i protagonisti cercano "vendetta", ma mentre per Tobin Keller non vi è più alcuna possibilità di metterla in atto, per Silvia si prospetta l'opportunità di trovarla, proprio grazie all'arrivo di Edmond Zuwanie all'Onu. Per fortuna, il senno prevarrà sull'istinto e il suo tentativo di
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assssinare il presidente del Matobo
si tradurrà in una "vendetta" verbale,
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con lo "schernimento" del politico
. Sean Penn caratterizza in modo preciso il suo personaggio, un uomo solo e disperato, per il quale il lavoro rappresenta l'unico appiglio per rimanere "vivo". All'inizio ci appare freddo e diffidente, salvo poi scoprire la sua vera indole di uomo tenero e premuroso verso la fine del film. Grazie a questa interpretazione, vediamo un Penn ormai "maturo" (e non solo per una questione anagrafica) oltrechè assai preparato. Nicole Kidman è delicata e raffinata (ma molto deve alla sua "corporeità"), anche se un pò troppo limitata nella mimica. Anche Pollack, che si è ritagliato una particina all'interno del film, come superiore di Keller, ci regala un cameo godibile. Da menzionare è il fatto che Pollack è stato il primo cineasta ad avere avuto accesso al palazzo di vetro dell'Onu. Si dice che sia stato proprio Kofi Hannan a consegnargliene le chiavi.
Voto: 9

 
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