Cella 211, di Daniel Monzón (2010)

« Older   Newer »
  Share  
Midnight
view post Posted on 19/4/2010, 10:19 by: Midnight




Dimenticatevi il carcere come luogo di riscatto umano, ribellione all'ingiustizia e fratellanza virile che avete visto in capolavori come Il miglio palloso e Le ali della melassa.
Qui si va pericolosamente vicini alla rappresentazione di un vero carcere, con veri delinquenti (violenti, traditori o nella migliore delle ipotesi mezzi scemi). Il regista non ci mostra una versione edulcorata di queste persone, ma pur mostrandoli per quello che sono ci obbliga a riconoscere la loro umanità.
Parallelamente riesce comunque a mantenere per tutto il film un livello di tensione decisamente alto.

SPOILER (click to view)
Il finale è amarissimo:
-Chi lotta secondo le sue convinzioni (giuste o anche molto sbagliate) e non accetta compromessi ipocriti, come il protagonista, sua moglie ma anche il cattivissimo capo delle guardie, muore.
-Chi persegue i propri interessi ma lo fa comunque in base ad un suo personale senso dell'onore, come Malamadre e il suo vice, ne esce ridotto malissimo.
-Chi si vende a miglior offerente o si barcamena cercando di non scontentare nessuno, come Apache e i negoziatori del governo, vive e prospera.


Un gran bel film (che se due più due fa quattro durerà pochissimo nelle sale), non perdetevelo.
 
Top
5 replies since 4/4/2010, 16:35   679 views
  Share