A History of Violence, David Cronenberg

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CameraObscura
view post Posted on 27/9/2006, 00:59 by: CameraObscura
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giuda

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L'apertura del film (due tipi loschi che sembra abbiano ucciso delle persone) anticipa l'esplosione di violenza delle scene successive. Cronenberg ci presenta un uomo, tale Tom Stall (Viggo Mortensen), padre di famiglia, marito premuroso e proprietario di una modesta tavola calda nella desolata cittadina di Millbrook, nell'Indiana. Egli conduce un'esistenza apparentemente normale, divisa tra lavoro e famiglia, fino a quando, una sera, nel locale di sua proprietà si presentano i tipi loschi che abbiamo visto all'inizio. Non si sa cosa cerchino, hanno modi sgarbati, lasciando presagire che abbiano cattive intenzioni. Tom, però, grazie al suo sangue freddo, riesce a rubar loro la pistola e ad ammazzarli. Ma come ha fatto un uomo qualunque a destreggiarsi così bene in una siffatta situazione? Rimane il mistero. Nel giro di qualche minuto la notizia si diffonde in tutti gli Stati uniti e il nostro diventa un eroe. Le emittenti televisive fanno a gara per intervistarlo, ma l'uomo rimane impassibile, anzi, dichiara di voler dimenticare l'accaduto. Tutto sembra ritornare alla normalità, ma è solo un'illusione. Sì, perchè, quando Tom riprende la sua attività, gli fa visita un uomo distinto, con gli occhiali da sole neri (ha un occhio offeso) Carl Fogarty (Ed Harris), in compagnia dei suoi scagnozzi. Lo chiama Joey. Ma chi è Joey??? Tom sembra perplesso. Dice che si tratta di un fraintendimento. Li caccia via a malo modo. La moglie Edie (Maria Bello) vorrebbe dei chiarimenti che, però, non arrivano. Il protagonista subisce una metamorfosi, lo vediamo cambiare, diventa paranoico, ha paura di essere ucciso da Fogarty e teme per l'incolumità della sua famiglia. Ma come mai Fogarty lo pedina? Siamo davvero di fronte ad un fraintendimento? A poco a poco, ogni dubbio sull'oscuro passato di Tom viene fugato. Il suo vero nome è Joey e ha abbandonato Philadelphia, sua città d'origine, per lasciarsi alle spalle le atrocità che ha compiuto. E' uno spietato assassino e un torturatore. Ha mentito alla moglie e ai figli. Non è quel Tom Stall marito premuroso e papà tenero che abbiamo conosciuto all'inizio, bensì una feccia, un rifiuto della società, un individuo instabile, che fa della violenza la sua ragion d'essere. E' violento anche nel sesso (lo vediamo prendere la moglie per il collo, quasi a volerla strangolare, e scoparsela sulle scale di casa), non conosce altro linguaggio se non quello della violenza. L'apice del suo temperamento a dir poco “focoso” lo abbiamo nella scena più cruda del film, quando Fogarty raggiunge Tom a casa sua per il regolamento dei conti finale. Proprio in questa scena apprendiamo che l'uomo, in realtà Joey, ha torturato Fogarty, gli ha quasi strappato l'occhio, oltre ad aver commesso svariati omicidi. Tom però non vuole che il suo passato rovini tutto ciò che di bello è riuscito a costruire negli ultimi anni, famiglia compresa, e ammazza Fogarty e i suoi scagnozzi con l'aiuto del figlio, il quale sembra aver ereditato il temperamento violento del padre. La tranquillità familiare sembra ristabilita, ma la moglie Edie, che ormai sa tutto, è sconvolta, si sente tradita perchè sa di avere accanto a sé non l'uomo che ha sposato, bensì un omicida. Tom ha un ultimo conto da saldare, quello col fratello maggiore Richie (William Hurt), e, per far ciò, si reca a Philadelphia in cui avverrà un incontro/scontro all'ultimo sangue. Tom riesce a tagliare ogni legame col suo passato, grazie all'ultimo omicidio, quello appunto del fratello, e a ritornare a casa, dalla sua famiglia, cercando di riprendersi la sua vita. Cronenberg confeziona un film crudo, violento, duro e critico verso gli Stati Uniti (l'idea dell'eroe americano viene completamente smontata), non risparmiandoci nessuna delle atrocità che il protagonista compie, anzi, indugiando sulle stesse (primi piani su volti sfigurati e altre scene truculente) con una potenza visiva che lascia poco spazio all'immaginazione. Tutti i personaggi appaiono ben caratterizzati, soprattutto il protagonista, grazie alla pregevole interpretazione di Viggo Mortensen, che si regge sul dualismo bontà/cattiveria. Maria Bello è convincente, sebbene non troppo espressiva. Ed Harris, dal canto suo, dimostra di essere un ottimo caratterista. Anche il cameo di William Hurt è godibilissimo. Per concludere, A history of violence è una pellicola sicuramente di qualità, sebbene non proprio originalissima, visto il tema trattato, ma pur sempre interessante.

Voto: 7.75

 
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