A History of Violence, David Cronenberg

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deborah mayfair
view post Posted on 5/7/2006, 10:41




preso da http://www.dvdweb.it

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Titolo Originale A history of violence
Nazionalità USA
Anno 2005
Genere Drammatico
Durata 96' circa
Regia David Cronenberg
Scritto da John Wagner, Vince Locke, Josh Olson
Interpreti Viggo Mortensen, Maria Bello, Ed Harris, William Hurt, Ashton Holmes, Peter MacNeill, Stephen McHattie, Greg Bryk, Sumela Kay, Kyle Schmid, Deborah Drakeford, Gerry Quigley, Heidi Hayes, Aidan Devine, Bill MacDonald

Tom Stall (Viggo Mortensen) vive tranquillo e felice con la moglie avvocato (Maria Bello) e i loro due bambini nella piccola città di Millbrook, Indiana, ma la loro idilliaca esistenza va in pezzi quando una notte Tom sventa una rapina nel suo ristorante. Quando si accorge del pericolo, entra in azione e salva i suoi clienti e amici uccidendo i due criminali per difesa. La vita di Tom cambia dopo quella notte, tutti lo considerano un eroe, e il circo dei media lo spinge sotto i riflettori. A disagio per questa inaspettata celebrità, cerca di ritornare alla vita normale, ma deve confrontarsi con un tipo misterioso e minaccioso (Ed Harris), che arriva in città credendo che Tom sia l’uomo dal quale in passato ha subito ingiustizie. Tom e la sua famiglia reagiscono allo scambio di identità e lottano per far fronte alla nuova realtà, ma sono costretti a rivedere le loro relazioni e i problemi che li dividono.


Ho apprezzato davvero molto questo film di Cronenberg (e in generale apprezzo il suo stile). Estremamente interessante risulta essere il personaggio principale, Tom Stall, interpretato da Viggo Mortensen.

SPOILER

L'attore è stato capace di rendere al meglio il conflitto creatosi nel personaggio tra la sua vita attuale e quella precedente, mi è piaciuto il rapporto con il fratello (William Hurt), e tutta la parte finale riguardante il loro regolamento di conti, le dinamiche che si vengono a creare nella famiglia di Tom in seguito alle varie rivelazioni, e il diverso modo di reagire che hanno i suoi familiari: il figlio lo vede come un eroe, la figlia minore lo considera sempre il suo "papà", la moglie (Maria Bello) non riconosce più l'uomo che ha sposato. Oltre a Viggo Mortensen, notevoli anche le interpretazioni di Ed Harris (che interpreta Fogarty) e William Hurt, non mi è dispiaciuta nemmeno Maria Bello.

Voto: 8

Edited by deborah mayfair - 15/12/2006, 18:16
 
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view post Posted on 27/9/2006, 00:59
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giuda

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L'apertura del film (due tipi loschi che sembra abbiano ucciso delle persone) anticipa l'esplosione di violenza delle scene successive. Cronenberg ci presenta un uomo, tale Tom Stall (Viggo Mortensen), padre di famiglia, marito premuroso e proprietario di una modesta tavola calda nella desolata cittadina di Millbrook, nell'Indiana. Egli conduce un'esistenza apparentemente normale, divisa tra lavoro e famiglia, fino a quando, una sera, nel locale di sua proprietà si presentano i tipi loschi che abbiamo visto all'inizio. Non si sa cosa cerchino, hanno modi sgarbati, lasciando presagire che abbiano cattive intenzioni. Tom, però, grazie al suo sangue freddo, riesce a rubar loro la pistola e ad ammazzarli. Ma come ha fatto un uomo qualunque a destreggiarsi così bene in una siffatta situazione? Rimane il mistero. Nel giro di qualche minuto la notizia si diffonde in tutti gli Stati uniti e il nostro diventa un eroe. Le emittenti televisive fanno a gara per intervistarlo, ma l'uomo rimane impassibile, anzi, dichiara di voler dimenticare l'accaduto. Tutto sembra ritornare alla normalità, ma è solo un'illusione. Sì, perchè, quando Tom riprende la sua attività, gli fa visita un uomo distinto, con gli occhiali da sole neri (ha un occhio offeso) Carl Fogarty (Ed Harris), in compagnia dei suoi scagnozzi. Lo chiama Joey. Ma chi è Joey??? Tom sembra perplesso. Dice che si tratta di un fraintendimento. Li caccia via a malo modo. La moglie Edie (Maria Bello) vorrebbe dei chiarimenti che, però, non arrivano. Il protagonista subisce una metamorfosi, lo vediamo cambiare, diventa paranoico, ha paura di essere ucciso da Fogarty e teme per l'incolumità della sua famiglia. Ma come mai Fogarty lo pedina? Siamo davvero di fronte ad un fraintendimento? A poco a poco, ogni dubbio sull'oscuro passato di Tom viene fugato. Il suo vero nome è Joey e ha abbandonato Philadelphia, sua città d'origine, per lasciarsi alle spalle le atrocità che ha compiuto. E' uno spietato assassino e un torturatore. Ha mentito alla moglie e ai figli. Non è quel Tom Stall marito premuroso e papà tenero che abbiamo conosciuto all'inizio, bensì una feccia, un rifiuto della società, un individuo instabile, che fa della violenza la sua ragion d'essere. E' violento anche nel sesso (lo vediamo prendere la moglie per il collo, quasi a volerla strangolare, e scoparsela sulle scale di casa), non conosce altro linguaggio se non quello della violenza. L'apice del suo temperamento a dir poco “focoso” lo abbiamo nella scena più cruda del film, quando Fogarty raggiunge Tom a casa sua per il regolamento dei conti finale. Proprio in questa scena apprendiamo che l'uomo, in realtà Joey, ha torturato Fogarty, gli ha quasi strappato l'occhio, oltre ad aver commesso svariati omicidi. Tom però non vuole che il suo passato rovini tutto ciò che di bello è riuscito a costruire negli ultimi anni, famiglia compresa, e ammazza Fogarty e i suoi scagnozzi con l'aiuto del figlio, il quale sembra aver ereditato il temperamento violento del padre. La tranquillità familiare sembra ristabilita, ma la moglie Edie, che ormai sa tutto, è sconvolta, si sente tradita perchè sa di avere accanto a sé non l'uomo che ha sposato, bensì un omicida. Tom ha un ultimo conto da saldare, quello col fratello maggiore Richie (William Hurt), e, per far ciò, si reca a Philadelphia in cui avverrà un incontro/scontro all'ultimo sangue. Tom riesce a tagliare ogni legame col suo passato, grazie all'ultimo omicidio, quello appunto del fratello, e a ritornare a casa, dalla sua famiglia, cercando di riprendersi la sua vita. Cronenberg confeziona un film crudo, violento, duro e critico verso gli Stati Uniti (l'idea dell'eroe americano viene completamente smontata), non risparmiandoci nessuna delle atrocità che il protagonista compie, anzi, indugiando sulle stesse (primi piani su volti sfigurati e altre scene truculente) con una potenza visiva che lascia poco spazio all'immaginazione. Tutti i personaggi appaiono ben caratterizzati, soprattutto il protagonista, grazie alla pregevole interpretazione di Viggo Mortensen, che si regge sul dualismo bontà/cattiveria. Maria Bello è convincente, sebbene non troppo espressiva. Ed Harris, dal canto suo, dimostra di essere un ottimo caratterista. Anche il cameo di William Hurt è godibilissimo. Per concludere, A history of violence è una pellicola sicuramente di qualità, sebbene non proprio originalissima, visto il tema trattato, ma pur sempre interessante.

Voto: 7.75

 
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ilaria cole
view post Posted on 6/10/2006, 19:37




Anche il mio giudizio è assolutamente positivo :) :)
Credo che l'originalità in un film del genere sia l'ultimo problema da porsi. La violenza è un problema all'ordine del giorno e non è mai scontato affrontarlo.
Mi ricordo che il primo particolare che mi aveva colpito era l'atmosfera sinistra che pervadeva il film. C'era una luce particolare, come quella che precede i temporali estivi. Millbrook sembra il posto più tranquillo di questo mondo, ma qualcosa non va; è la quiete prima della tempesta.
A me è tornato in mente Twin Peaks e il mio amico che ha visto il film con me mi ha confermato che è un po' un'atmosfera alla David Lynch.
Molto efficace è anche la recitazione di Viggo Mortensen, che con la sua espressività sottolinea i momenti in cui il tranquillo Tom torna a essere il vecchio Joey.
Nel film, più che una critica verso gli Stati Uniti, ho visto una riflessione sulla violenza e sul genere umano in generale. La violenza è connaturata all'uomo, è un istinto che può essere risvegliato in qualsiasi momento e da cui non è facile liberarsi. Per cancellare un passato violento, Tom/Joey non ha altra scelta che compiere altra violenza.

Baci baci

:woot: Ilaria Cole :woot:
 
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xAlwaysx
view post Posted on 17/2/2007, 12:52




Mi è piaciuto molto , l'ho trovato molto vero , sorprendente e a tratti anche prevedibile -

Un intreccio di emozioni forti , passato, ricordi , presente - Due lati di una personalità .

Grande Viggo !!! buonissima la recitazione e se avesse avuto i capelli più lunghi andava anche meglio !
 
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ilaria cole
view post Posted on 17/2/2007, 14:35




CITAZIONE (xAlwaysx @ 17/2/2007, 12:52)
Grande Viggo !!! buonissima la recitazione e se avesse avuto i capelli più lunghi andava anche meglio !

Forse sì :) Però si difende bene anche così :D

Baci baci

:woot: Ilaria Cole :woot:
 
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AkiraEffect
view post Posted on 15/8/2007, 01:17




Appena visto in Dvd. Davvero interessante e ben fatto e soprattutto ottimamente recitato specialmente dal trio Mortensen-Harris-Hurt.

In particola Ed Harris che ha usato e parecchio il linguaggio del corpo concretizzando un personaggio molto inquietante e pauroso, anche perchè conosce perfettamente la verità in un momento in cui lo spettatore ancora non la conosce.

Bravo naturalmente Mortensen in un ruolo particolarmente complicato,
SPOILER (click to view)
non si tratta di schizofrenia, il protagonista si è costruito una nuova identità volontariamente e questo era difficilissimo da rendere ma lui c'è riuscito

Basta pensare alle due scene di sesso, quelle dolce e complice iniziale e quella animalesca a circa tre quarti di film per far capire l'evoluzione del protagonista.

La storia è molto interessante e a molteplici livelli di lettura, c'è il passato che ritorna, c'è la critica alla violenza nella società americana, c'è la costruzione di una famiglia su un castello di bugie, c'è la vendetta.

Geniale infine il finale
SPOILER (click to view)
sarà possibile che la viti continui per la famigliola Stall? Questo Cronenberg lo lascia in sospeso e lo spettatore non può che chiederselo
 
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MetalAngel
view post Posted on 28/8/2007, 12:37




CITAZIONE (AkiraEffect @ 15/8/2007, 02:17)
Bravo naturalmente Mortensen in un ruolo particolarmente complicato,
SPOILER (click to view)
non si tratta di schizofrenia, il protagonista si è costruito una nuova identità volontariamente e questo era difficilissimo da rendere ma lui c'è riuscito

Basta pensare alle due scene di sesso, quelle dolce e complice iniziale e quella animalesca a circa tre quarti di film per far capire l'evoluzione del protagonista.

La storia è molto interessante e a molteplici livelli di lettura, c'è il passato che ritorna, c'è la critica alla violenza nella società americana, c'è la costruzione di una famiglia su un castello di bugie, c'è la vendetta.

Geniale infine il finale
SPOILER (click to view)
sarà possibile che la viti continui per la famigliola Stall? Questo Cronenberg lo lascia in sospeso e lo spettatore non può che chiederselo

A history of violence è un film che secondo me mette in scena con precisione una situazione piuttosto plausibile nel contesto scelto.
Viggo Mortensen è bravissimo e anche Maria Bello (che credo di non aver visto in altri film) non è da meno.
Come dice Akira non si tratta di schizofrenia nè del disturbo conosciuto comunemente come personalità multipla.
SPOILER (click to view)
Il protagonista escogita un piano ben preciso per fingersi un'altra persona e lo porta avanti fino a quando non viene smascherato.

Anche io ho apprezzato molto il contrasto che Cronenberg crea attraverso le due scene di sesso:
SPOILER (click to view)
nella prima Tom è quasi sprovveduto nei confronti della moglie mentre nella seconda scena Tom (che ormai sappiamo che è Joey) è violento e molto (troppo) passionale.
 
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AkiraEffect
view post Posted on 28/8/2007, 19:16




CITAZIONE (MetalAngel @ 28/8/2007, 13:37)
Anche io ho apprezzato molto il contrasto che Cronenberg crea attraverso le due scene di sesso:
SPOILER (click to view)
nella prima Tom è quasi sprovveduto nei confronti della moglie mentre nella seconda scena Tom (che ormai sappiamo che è Joey) è violento e molto (troppo) passionale.

Già, guardando gli extra ho poi scoperto che le due scene in questione sono state inserite da Cronenberg in quanto mancavano nella sceneggiatura originale. In tal modo ha voluto esprimere il cambiamento del protagonista anche attraverso la sessualità del personaggio che invece nella sceneggiatura era sacrificata.

Edited by AkiraEffect - 29/8/2007, 20:38
 
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MetalAngel
view post Posted on 29/8/2007, 09:08




CITAZIONE (AkiraEffect @ 28/8/2007, 20:16)
CITAZIONE (MetalAngel @ 28/8/2007, 13:37)
Anche io ho apprezzato molto il contrasto che Cronenberg crea attraverso le due scene di sesso:
SPOILER (click to view)
nella prima Tom è quasi sprovveduto nei confronti della moglie mentre nella seconda scena Tom (che ormai sappiamo che è Joey) è violento e molto (troppo) passionale.

Già, guardando gli extra ho poi scoperto che le due scene in questione sono state inserite da Cronenberg in quanto mancavano nella sceneggiatura originale. In tal modo ha voluto esprimere il cambiamento del protagonista anche attraverso la sessuologia del personaggio che invece nella sceneggiatura era sacrificata.

Ah ecco io non ho visto gli extra comunque è vero, le due scene sono proprio perfette per rappresentare il carattere del protagonista ^_^
 
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daniele_66
view post Posted on 8/11/2007, 12:32




CITAZIONE (xAlwaysx @ 17/2/2007, 12:52)
Mi è piaciuto molto , l'ho trovato molto vero , sorprendente e a tratti anche prevedibile -

Un intreccio di emozioni forti , passato, ricordi , presente - Due lati di una personalità .

Grande Viggo !!! buonissima la recitazione e se avesse avuto i capelli più lunghi andava anche meglio !

quoto alla grande
un bel film
lascia un bel segno
nel senso positivo :lalarh5tg8.gif:
 
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b(r)ugo
view post Posted on 11/12/2007, 20:07




Molto bello sto film, se penso a un film come La mosca devo dire che Cronenberg è proprio migliorato negli ultimi 20 anni!
 
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AliceoO°Twilight°Oo
view post Posted on 12/1/2008, 20:54




si mi è piaciuto, certo nn è il mio film preferito però non è male!
 
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mariposalibre
view post Posted on 5/2/2008, 19:49




Ma... a me A History of Violence non è piaciuto. Anzi, ho trovato la violenza ingiustificata perchè un conto è dare un pugno in faccia a qualcuno, un altro è fargli rientrare il naso, come avviene in una scena. Un film che tratta di violenza 99 su cento è violento ma non ho trovato comunque il motivo di esasperare alquanto la violenza. Il protagonista Viggo Mortensen mi è sembrato una specie di " Rambo" in borghese, che riesce pure ad uccidere le allenatissime guardie del corpo del fratello. Non mi è piaciuta neanche la recitazione dell' attore: sempre col solito sguardo, frustrato, cui gli accade una situazione anormale come uccidere dei criminali in un bar e non prende in pugno la situazione ( anche perchè ricordare il passato significava tornare alla sua vecchia identità ) ma aspetta, aspetta, sperando che i malviventi che erano arrivati se ne vadano dalla mattina alla sera, e qui mi sono posta una domanda: ma se hai riconosciuto i malviventi e hai fatto parte della loro organizzazione, come puoi sperare che se ne vadano? E' chiaro che resteranno a minacciarti e a tormentarti finchè non hanno raggiunto il loro scopo, altrimenti non si chiamerebbero " criminali". Daltronde, il protagonista aveva un' altra possibile scelta: la fuga, ma altrimenti il film non si sarebbe chiamato A History of Violence.
 
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ilaria cole
view post Posted on 5/2/2008, 21:32




Se si potesse estrapolare dal film alcune scene e mostrarle singolarmente, allora non ci sarebbe dubbi sulla loro eccessività.
Ma nel contesto del film hanno il loro significato, che non è certo l'apologia della violenza, ma una sorta di inevitabilità: è connaturata all'uomo e in determinate circostanze si risveglia, più o meno intensamente.
Tom/Joey è il personaggio degli estremi: non avrebbe senso una reazione da "ti tiro un cazzotto e via", perderebbe di incisività.
Secondo me vorrebbe che se ne andassero, ma ha anche la consapevolezza che non lo faranno e che si dovrà preparare all'inevitabile: qualsiasi cosa farà, la sua identità verrà smascherata.
A questo punto scappare non ha più senso: l'ha già fatto una volta e l'hanno trovato. Potrebbe anche crearsi un'altra identità, ma sarebbe solo questione di tempo. Per chiudere il discorso l'unica possibilità è affrontare il passato.

Baci baci

:woot: Ilaria Cole :woot:


 
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Midnight
view post Posted on 5/2/2008, 22:36




Il punto è proprio questo: quando uccide i due rapinatori il protagonista agisce in maniera del tutto istintiva. Da quel punto in poi però è evidente che qualcosa nel suo equilibrio interiore si spezza, e torna ad essere uno che uccide con facilità e senza rimorsi.
Altro che un cazzotto e via, uno dei messaggi del film è che la violenza non è mai proporzionale o retributiva, ma è sempre e comunque qualcosa di estremo. Per questo viene mostrata in modo così insistito, non certo per essere spettacolarizzata.
 
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14 replies since 5/7/2006, 10:41   2159 views
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