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| RECENSIONE DEL FILM : LA CASA DALLE FINESTRE CHE RIDONOTitolo originale: La casa dalle finestre che ridono Produzione: Italia Durata: 1h e 50m Genere: Horror Regia: Pupi Avati Uscita: 1971 Attori principali: Lino Capolicchio, Francesca Marciano, Gianni Cavina, Giulio Pizzirani, Vanna Busoni
Trama
Stefano viene chiamato dall'amico pittore Antonio per restaurare un affresco in una chiesa di un paesino della Pianura Padana.Arrivato nel paese, Stefano, dopo diversi comportamenti misterosi degli abitanti del paese, comincia il suo lavoro.In seguito però l'amico Antonio si suicida dopo che da diversi giorni gli ripeteva che ''sapeva tutto'' e gli doveva parlare.
Recensione
La Casa Dalle Finestre che ridono, la seconda opera di Pupo Avati dopo ‘Salò o le 120 Giornate di Sodoma’ (di cui fece la sceneggiatura), fu girata nella cittadina di Comacchio negli anni ’70 con un budget bassissimo che però si rivelò essere sufficente per la riuscita di un horror davvero straordinario.
Il nome del film si riferisce proprio alla casa degli orrori dove il protagonista riuscirà man mano a ricomporre il puzzle e a far venir alla luce tutta la vera storia dell'affresco che sta restaurando, di Buono Legnani, il pittore ‘pazzo’ del paese a cui piaceva dipingere le persone prima che morissero.. quasi come riuscisse a dipingere la morte che pian piano li sovrastava.La storia scorre fluidamente senza intoppi e riesce a catturare l’attenzione dello spettatore immedesimandolo nello schermo. La sceneggiatura è molto buona, e il protagonista del film (Lino Capolicchio) svolge un ottima interpretazione. Pupo Avati riesce a dar credibilità alla sceneggiatura e mostra la sua bravura sia come regista che come sceneggiatore. Il film, che è ambientato in Emilia Romagna, ci mostra la bellezza del paesaggio, rendendo il film ancora più caratteristico e reale.La casa dove si svolge il film è il vero punto forte dell’opera nella quale effetti speciali e ambientazioni la faranno apparire misteriosa e dai mille segreti. Rumori e mugolii accostano il film a celebre ‘Suspiria’, e seppur nel film, Avati abbia deciso di prendere spunto da alcuni elementi di Suspiria,La Casa Dalle Finestra Che Ridono si scopre essere molto originale per quanto riguarda la storia, davvero avvincente, e la scenografia, alquanto spettacolare. Claustrofobico, oscuro, agghiacciante .. un film come pochi che si racconta con mille perplessi e paure. Regia egregia e musiche affidate a Amedeo Tommasi che s’intonano perfettamente.
Il finale, rivelatore della storia orrorifica di Buono Legnani è l’ ultimo tocco di genio del regista che fino ad allora aveva creato un crescendo di tensioni e agonie dove le finestre che ridono sono il simbolo di una ironia agghiacciante, che ci catapulta nella sofferenza e atrocità del film. Un vero Cult del cinema horror italiano.
Voto:8,75
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