Lezione 21, Alessandro Baricco

Le montagne e la natura trentina sono protagoniste nel primo film di Alessandro Baricco. Il popolare scrittore infatti, dopo essersi cimentato nella letteratura, nel teatro e nell’opera, ora ha deciso di mettere alla prova la propria creatività con una produzione cinematografica. Si tratta di «Lezione 21» che vede l’artista torinese firmare sia la sceneggiatura sia la regia del nuovo film di casa Fandango coprodotto da RAI Cinema.
La vicenda ruota attorno al racconto che un vecchio professore visionario fa di una lezione il cui argomento era la IX Sinfonia di Beethoven. La «Lezione 21» per l’appunto, che diventa ben presto anche occasione per un viaggio alla scoperta di se stesso.
Nel casto nomi noti del cinema internazionale tra cui l’inglese John Hurt che ha recitato in numerose pellicole di culto degli ultimi anni da Alien di Ridley Scott a The Elephant Man di David Lynch fino ai più recenti Harry Potter e la pietra filosofale, V per Vendetta e The Skeleton Key, solo per citarne alcuni. Accanto a lui Noah Taylor già noto per “E morì con un felafel in mano” di Richard Lowenstein e “La fabbrica di cioccolato" di Tim Burton e anche Clive Russel e Leonor Watling.
La figura del professore di “Lezione 21”, inoltre, affonda le sue radici nell’opera letteraria di Alessandro Baricco visto che proviene da uno dei suoi libri più amati degli ultimi anni e cioè «City».
Dopo un anno e mezzo di sopraluoghi l’ambientazione scelta per le riprese è stata quella della suggestiva Val Canali, proprio sotto l’imponente e spettacolare mole delle Pale di San Martino. Un paesaggio particolare che risponde perfettamente alla dimensione di sogno che avvolge l’intera vicenda.
Baricco ha avuto modo di conoscere e apprezzare già in passato le bellezze del Trentino visto che è stato ospite sia del festival di musica in quota I Suoni delle Dolomiti, quando al Rifugio Giovanni Segantini sulla Presanella ha proposto uno spettacolo all’alba accompagnato dal violoncellista Mario Brunello, sia di Dolomiti di Pace, che propone incontri in luoghi un tempo teatro di guerra nei quali il pubblico dialoga con giornalisti, esperti e artisti sui temi della pace. In quella occasione, a Forte Dossaccio nel luglio del 2005, lo scrittore aveva potuto apprezzare le magiche atmosfere della foresta di Paneveggio e soprattutto la mole maestosa del gruppo dolomitico delle Pale di San Martino.