Il fatto che "Pirati dei Caraibi 3 - At World's End" abbandoni in parte la dimensione di "giocattolone" dei primi due film, lo si capisce già dalla prima sequenza, quella che precede i titoli di testa, inquietante e suggestiva al tempo stesso.
Come sempre in questo tipo di film, il pretesto che mette in moto le vicende scatenanti è piuttosto esile, ma gli sceneggiatori Elliott e Rossio e il regista Gore Verbinski riescono a creare una bella storia d'avventura contenente molte delle affascinanti leggende del mondo piratesco, che tiene avvinto lo spettatore per quasi tre ore.
Vengono ripresi, e portati avanti, tutti i personaggi apparsi nei primi due film, dimostrando un'attenzione per la coerenza che a volte manca in prodotti di questo tipo.
Alcune scelte narrative mi hanno sopreso molto, in quanto si tratta pur sempre di un prodotto destinato in gran parte alle famiglie (e quindi anche ai bambini). Oltre alla prima sequenza citata in precedenza, mi riferisco soprattutto
alla scena riguardante la morte del padre di Elizabeth e al deserto di sale in cui si trova confinato Jack tormentato dalle sue altre personalità, momenti malinconici e quasi onirici che potrebbero far annoiare il pubblico dei blockbusteroni fracassoni.
In questo terzo capitolo, i pirati accentuano maggiormente la loro natura di voltafaccia: possiamo assistere, infatti, a tradimenti e cambiamenti di parte continui.
Ovviamente c'è stato un grande dispendio di effetti speciali e computer grafica, da questo punto di vista nulla da dire, e il pubblico può assistere a
sequenze spettacolari come quella del maelstrom
.
Un altro elemento insolito è stata la conclusione della storia d'amore tra Elizabeth e Will: un destino amaro li colpisce (soprattutto lei) e non il solito lieto fine.
Per quanto riguarda la recitazione, notevole, a mio avviso, è stato Geoffrey Rush (molto divertente il suo Capitan Barbossa). Bravi Johnny Depp, Bill Nighy, Stellan Skarsgard e Naomie Harris, mentre Keirah Knightley e Orlando Bloom non danno il meglio di sè. Un pò sacrificato Chow Yun Fat.
Carino il cameo di Keith Richards.
Efficace e a tratti suggestiva la colonna sonora di Hans Zimmer.
