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| Open Water è una pellicola girata con un budget ridottissimo e, ovviamente, presenta tutti i limiti del caso. Però, proprio i suoi limiti sembrano costituire i suoi punti di forza. Le inquadrature minimali, quasi sempre fatte di campo/controcampo, le riprese subacquee effettuate con una mdp impermeabilizzata, tutto fa pensare ad un film "artigianale", di quelli che non si vedono da tanto (e che io amo). La sceneggiatura è ridotta all'osso, ma è anche parecchio intrigante: una coppia "dimenticata" in aperto oceano, che tenta in tutti i modi di sopravvivere alla furia della tempesta, alla fame e all'attacco degli squali. E appunto la scena dell'attacco da parte di un branco di squali è, a mio avviso, la più interessante: inquadratura dopo inquadratura, il regista crea sapientemente un'atmosfera di crescente tensione e lacerante attesa, in cui lo spettatore viene come "travolto" dagli eventi a cui partecipa sullo schermo. Si assiste alla (secolare) lotta tra l'uomo e la Natura, che è madre amorevole, ma anche matrigna. Ammirevole prodotto.
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