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TITOLO ORIGINALE Session 9 NAZIONE USA GENERE Horror, Thriller DURATA 100 min. (colore) ANNO 2001 REGIA Brad Anderson SCENEGGIATURA Brad Anderson
PROTAGONISTI David Caruso Peter Mullan Brendan Sexton III Josh Lucas Paul Guilfoyle
TRAMA: Un gruppo di operai, incaricato di ripulire un vecchio manicomio abbandonato, avverte strane presenze. Uno ad uno i componenti del gruppo iniziano a morire. Chi li sta eliminando e perchè?
Un manicomio da ristrutturare e un gruppo di operai che lavorano alacremente per rendere l'edificio agibile. Pochi elementi ed un budget risicato sono sufficienti a Brad Anderson (L'uomo senza sonno) per creare un horror di qualità. Il titolo, Session 9, si riferisce alle 9 sessioni di sedute terapeutiche che una donna fece col suo psichiatra proprio all'interno del manicomio fatiscente e che uno degli operai ascolta, avendone rinvenute nell'archivio le registrazioni. La donna era affetta da personalità multipla. C'è scritto sulla sua cartella personale, ma ce ne rendiamo conto dalle voci, tutte diverse, che la donna usa per raccontare la sua storia. Anderson riesce a creare un'atmosfera di grande tensione, grazie soprattutto al non visto: noi non vediamo situazioni paurose, bensì avvertiamo la paura. La leggiamo negli occhi degli operai, a mano a mano che passano i giorni e che vengono a contatto con le varie parti dell'edificio. Il caposquadra, lo scozzese Gordon (Peter Mullan, interprete sensibilissimo e superbo), è un tipo strano, ambiguo: all'inizio ci viene presentato come un indefesso lavoratore, nonché un marito e un padre modello, ma, ben presto, subisce una metamorfosi, che ricorda molto da vicino quella subìta da Trevor Seznick ne L'uomo senza sonno. Comincia a dare segni di squilibrio e il primo ad accorgersene è il collega, Phil (David Caruso), che cerca in tutti i modi di tenerlo fuori dai lavori di ristrutturazione, pena la non riuscita dell'opera nel tempo prestabilito. In realtà, sin dalle prime inquadrature, avvertiamo che in quell'edificio così scuro e tetro si cela qualcosa di terribile, che quelle mura hanno ospitato supplizi e torture. E proprio in quell'edificio, a distanza di anni, si consumano nuove atrocità. Ad uno ad uno, tutti gli operai muoiono misteriosamente. Non riusciamo a capire chi sia il colpevole se non alle ultime battute. E la verità è ben lontana da quella che il regista ci fa credere per tutta la durata del film. Non è suggestione, non è possessione. Spesso la mente ci fa brutti scherzi e può anche arrivare a distorcere la realtà. Quella realtà che ci sembra così vera. Un film piccolo, ma di sicuro effetto!
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