Il signore delle mosche, di Peter Brook (1963)

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AkiraEffect
view post Posted on 27/7/2007, 20:19 by: AkiraEffect




da www.mymovies.it

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Il signore delle mosche
(Lord of the Flies)

Un film di Peter Brook. Con James Aubrey, Tom Chapin, Hugh Edwards, Roger Elwin, Tom Gaman, Nicholas Hammond. Genere Drammatico, b/n 91 minuti. - Produzione Gran Bretagna 1963.

Una ventina di ragazzini inglesi dai sette ai quattordici anni, sopravvissuti a un incidente aereo, restano abbandonati a sé stessi su un'isola tropicale. Non hanno problemi di sopravvivenza. Si organizzano, eleggono un capo, il saggio e volitivo Ralph, ma presto la comunità si spacca in due e prende il sopravvento il gruppetto dei cacciatori, guidati da Jack, che regredisce allo stato tribale e si dedica al culto di un totem, il signore delle mosche, che è un appellativo di Belzebù. Tratto da un romanzo (1954) di William Golding, adattato dal noto regista teatrale al suo 3° film, girato a Portorico, è un apologo pessimista sulla regressione che si può interpretare con Freud, ma anche con Lévi-Strauss. Pur avendo, specialmente nella 2ª parte, momenti suggestivi, non riesce a diventare – com'è nel romanzo – quella favola atroce che P. Brook voleva. Emerge troppo la tesi. Rifatto nel 1990.


Il film è una lucida e spietata analisi sulla regressione dell'uomo allo stato animale e sugli istinti che lo comandano. Il fatto che i protagonisti siano tutti i bambini non fa che rendere ancora più atroce la tragedia e l'evolversi degli eventi.

Davvero d'impatto alcuni momenti, sia quelli evocativi, sia quelli naturalistici dovuti alla natura incontaminate dell'isola, sia quelli drammatici e violenti dalla costruzione del totem del signore delle mosche alle scene di caccia al drammatico epilogo.

Molto azzeccata l'idea di rendere quasi completamente assente la colonna sonora lasciando alla natura e ai dialoghi/urla dei ragazzi il compito di riempire il vuoto. Nei momenti di silenzio la solitudine dei ragazzini traspare in modo impressionante.

Il film è piuttosto fedele al romanzo originale di William Golding tanto che lo stesso autore appoggiò pienamente la realizzazione della pellicola.

Rifatto in modo piuttosto anonimo nel 1990.
 
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