1408, di Mikael Håfström

« Older   Newer »
  Share  
MetalAngel
view post Posted on 9/12/2007, 10:19 by: MetalAngel




L'ho visto anch'io, sono andata con aspettative abbastanza neutrali nel senso che ultimamente confezionano dei trailers spaventosi ma poi i film risultano molto più contenuti.
Non è il caso di questo film che mantiene tutte le promesse del trailer sbattendo lo spettatore all'interno di questa camera del terrore. Personalmente ho sentito altissima la tensione nella prima parte quando la camera fa di tutto per spaventare il protagonista, ci sono due o tra scene che fanno saltare sulla sedia e l'escalation di tensione cresce fino a metà film per poi canalizzarsi in un serie di eventi adrenalinici e disperati che travolgono lo scrittore. Bellissimo il confronto iniziale tra John Cusack (adorabilmente acido) e Samuel L. Jackson (immenso e misterioso). L'impronta di Stephen King e onnipresente in una miriade di particolari: ambientazione, storia personale tormentata del protagonista, eventi del passato che costringono ad un faccia a faccia da sempre evitato, lo scritttore di horror che si trova a vivere esperienze terrificanti, le minuzie di particolari nella descrizione della stanza d'albergo, la moglie amata ma evitata ecc...
Devo dire che nel momento in cui il regista fa partire
SPOILER (click to view)
il falso finale totalmente positivo in cui tutto è stato un sogno dovuto al trama cranico da surf e il protagonista ritorna con la moglie ho iniziato a cristare: mi sembrava il solito odioso finale da buona famiglia americano.
Per fortuna si è rivelato uno stratagemma organizzato dalla stanza per gettare ancora di più il protagonista nella disperazione.
Belli gli ultimi minuti di film in cui l'atmosfera è sospesa e pur nello scatenarsi rabbioso degli elementi tutto sembra calmo perchè il protagonista ha capito che l'inteto della stanza è quello di spingere le persone ad affrontare i propri fantasmi personali. Bella anche l'idea del
SPOILER (click to view)
libero arbitrio professato dalla sterile voce al telefono delle ultime scene: tu puoi continuare a sfuggire da te stesso uccidendoti, non prendere nessuna decisione e rimanere nel limbo di sofferenza che si autoperpetua oppure decidere di lottare per distruggere la stanza. Essendoci il libero arbitrio la stanza non ti può uccidere nemmeno se lo desideri ma ti costringe a decidere autonomamente il tuo destino.

Mi sembra che la soluzione finale sia un po' affrettata ma è abbastanza comprensibile: dev'essere obiettivamente difficile concludere degnamente un film di questo tipo.
Sono innumerevoli le citazioni da Shining, altro lavoro di Stephen King trasposto su pellicola (lunghi corridoi d'albergo, tappeti rossi dove ti aspetti di veder spuntare un fiume di sangue o un uomo folle che impugna un'accetta).

Però sono curiosa di sapere una cosa da chi ha visto questo film: voi avete davvero creduto al finale che il regista ci propone? Oppure avete pensato che nascondesse qualche altro significato?
 
Top
16 replies since 30/6/2007, 13:30   1885 views
  Share