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| Les Amants réguliersUn film di Philippe Garrel.
Con Louis Garrel, Clotilde Hesme, Julien Lucas, Francois Toumarkine.
Genere Drammatico
colore
178 minuti.
Produzione Francia 2005. 1ª ora: Parigi, maggio '68. François – 22 anni, scrive poesia e fuma erba – partecipa alle barricate di Denfert-Rochereau, sfugge a una carica poliziesca, passa una notte sui tetti, si rifugia in casa dell'amante del padre, poi rientra in casa. Intanto gli operai interrompono lo sciopero. La rivolta è finita: non è stata una rivoluzione. Altre 2 ore: Parigi, 1969. François è processato per renitenza alla leva: sei mesi con la condizionale. In casa del ricco Claude – che ospita e mantiene studenti, artisti, nullafacenti – François s'innamora e fa sesso con la scultrice Lilie. Il gruppo si sfalda. Lei va a New York, lui si chiude in un albergo e s'addormenta. È una replica a The Dreamers di B. Bertolucci di cui cita Prima della rivoluzione (1964) che a Parigi uscì nel '68? Oltre a L. Garrel, figlio del regista (là Théo, qui François), le somiglianze ci sono, ma le differenze sono più numerose: gli amanti cominciano dove i sognatori finiscono. Se si considerano i pochi mezzi a disposizione, la 1ª ora è straordinaria nel suo bianconero (W. Lubtchansky) più nero e grigio che bianco. Lo sguardo di Garrel non è epico, ma freddo, staccato, analitico più che partecipe. Quando, 40 anni dopo, i ricordi si fanno memoria, si deformano e lasciano spazio all'invenzione. Qui è collettiva, austera, frantumata e diventa allucinatoria, quasi onirica. Le altre due ore sono prolisse e risultano dispersive e persino esitanti anche perché la tastiera dei toni s'allarga: umorismo e malinconia, patetica e critica, tormento e tristezza, disincanto e accidia. È la storia di una lenta caduta, scandita in capitoli. Forse ha ragione chi sostiene che non è un film sul '68, ma sul cinema e sull'arte. Premiato a Venezia 2005 col Leone d'argento e il premio alla fotografia. (dal Morandini 2007 di Laura, Luisa e Morando Morandini)
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