Il destino nel nome - The Namesake, di Mira Nair

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deborah mayfair
view post Posted on 7/6/2007, 14:23 by: deborah mayfair




“Ai nostri genitori, che ci hanno dato tutto”. Con queste parole si chiude The Namesake, l’ultimo film di Mira Nair, trasposizione dell’omonimo romanzo di Jhumpa Lahiri.
Una storia deliziosa, allegra e triste al tempo stesso, che si snoda attraverso due generazioni: da un lato abbiamo i genitori, Ashoke (Irrfan Khan) e Ashima (Tabu), fortemente ancorati alle tradizioni bengalesi (in verità più lei di lui); mentre dall'altro ci sono i figli Gogol (Kal Penn) e Sonia (Sahira Nair), adolescenti nati e cresciuti negli Stati Uniti che devono confrontarsi con tradizioni indiane a loro estranee. Un elemento importante del film è il nome del figlio maschio, Gogol: il padre lo chiamo così perchè riuscì miracolosamente a salvarsi da un incidente ferroviario mentre leggeva Il cappotto di Gogol. Questo nome, nell'infanzia amato, diventa per l'adolescente motivo di vergogna e verrà cambiato nel "più accessibile" Nick. Questo sarà un motivo di allontanamento tra padre e figlio: vediamo come progressivamente il ragazzo si allontani dai genitori e dalle loro tradizioni, cosa inevitabile dal momento che studia in un'università americana ed è fidanzato con la graziosa e benestante Maxine (Jacinda Barrett).
SPOILER (click to view)
Un avvenimento tragico, la morte di Ashoke, farà sì che Gogol si riavvicini alla madre e alle tradizioni, lasciando Maxine e arrivando a sposare secondo tutti i crismi un'affascinante ragazza bengalese che ha studiato a Parigi, Moushumi (Zuleikha Robinson), che però si rivelerà piuttosto emancipata e mal rassegnata al matrimonio e tradirà Gogol con un suo ex-fidanzato.
Alla fine Gogol capirà che l'importante non è tanto rispettare le tradizioni di famiglia, quanto stare vicini ai propri cari conquistando al tempo stesso la propria libertà individuale; cosa che metterà in pratica anche Ashima che, dopo la morte del marito, deciderà di trascorrere sei mesi negli Stati Uniti con i figli e sei mesi nella sua amata India, riprendendo le lezioni di canto che frequentava da ragazza.

Un film gradevole e indimenticabile, con situazioni in cui tutti noi possiamo ritrovarci (nonostante la diversa cultura), dall'ottimo cast e dalla deliziosa colonna sonora (particolarmente la canzone di Susheela Raman sui titoli di coda).
 
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4 replies since 21/5/2007, 10:01   548 views
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