deborah mayfair |
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| Possibili SPOILER
Il film di Allen Coulter ripropone il caso dell'attore George Reeves (Ben Affleck), che negli anni '50 interpretava Superman in una celebre serie per la tv, e che morirà apparentemente suicida nel 1959 (la vicenda rimarrà avvolta dal mistero). Sembra che l'attore fosse caduto in una forte depressione, dovuta al suo rapporto conflittuale col personaggio che per anni aveva interpretato sul piccolo schermo e in cui era rimasto intrappolato, non riuscendo più ad ottenere parti diverse e migliori. La pellicola non fornisce soluzioni certe sull'omicidio, ma solo le ipotesi a cui giunge l'investigatore che indaga sul caso, Louis Simo (Adrien Brody). E' forse per questo che alcuni l'hanno giudicato un film inutile, dalla regia piatta e noiosa, ma secondo me (oltre alla denuncia allo star system hollywoodiano) l'indagine è solamente un pretesto per operare un confronto tra quella che è stata la vita di Reeves (caduto sempre più in una spirale di decadenza) e quella che sta diventando la vita di Louis, solo e con un matrimonio fallito alle spalle.
Scoprendo quanto era caduto in basso l'attore (determinante un video che gli mostra l'agente di Reeves) e accorgendosi che anche lui sta per fare la stessa fine, Louis riuscirà a cambiare le cose.
Piuttosto buona la prova degli attori: Adrien Brody è qui in un ruolo a lui congeniale, mentre Ben Affleck offre un'interpretazione nella norma, nè mediocre nè eccelsa (forse la Coppa Volpi è stata un pò esagerata). Ottimo Bob Hoskins nel ruolo del produttore della MGM Eddie Mannix e Diane Lane nel ruolo della moglie, con la quale Reeves aveva una storia.
Accurata la ricostruzione della Hollywood anni '50 e gradevole la colonna sonora di Marcelo Zarvos.
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