Marnie, Alfred Hitchcock, 1964

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arihagne
view post Posted on 18/2/2007, 08:45




Debbie... devo dedicartelo... so che lo adori anche tu... ;)

Marnie

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FONTE

SCHEDA :

Titolo originale: Marnie
Paese: Usa
Anno: 1964
Durata: 130'
Colore: colore
Audio: sonoro
Genere: drammatico
Regia: Alfred Hitchcock
Soggetto: Winston Graham
Sceneggiatura: Jay Presson Allen

Attori:
Tippi Hedren, Marnie Edgar/Margaret Edgar/Peggy Nicholson/Mary Taylor (as 'Tippi' Hedren)
Sean Connery, Mark Rutland
Diane Baker, Lil Mainwaring
Martin Gabel, Sidney Strutt
Louise Latham, Bernice Edgar
Bob Sweeney, Cousin Bob
Milton Selzer, Man at Track
Mariette Hartley, Susan Clabon
Alan Napier, Mr. Rutland
Bruce Dern, marinaio
Henry Beckman, primo detective
S. John Launer, Sam Ward
Edith Evanson, Rita
Meg Wyllie, Mrs. Turpin

Fotografia: Robert Burks
Montaggio: George Tomasini
Effetti speciali:
Musiche: Bernard Herrmann
Scenografia: George Milo

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Marnie è un film del 1964 diretto da Alfred Hitchcock basato su un romanzo di Winston Graham. Il film non ebbe un grande successo commerciale a paragone degli altri lavori del grande regista. É considerato il lavoro di Hitchcock in cui l'analisi psicologica gioca un ruolo fondamentale.

TRAMA :
"Libro e film differiscono sostanzialmente.
Il libro racconta la storia in prima persona di Marnie, una giovane ed attraente donna con un oscuro segreto nel suo passato. Alla fine della storia non è chiaro se riuscirà a superare i suoi problemi psicologici e a condurre una vita normale.
Nel film i protagonisti sono Marnie (Tippi Hedren) e Sean Connery, (Mark Rutland). La Hedren, il cui personaggio dà il titolo al film, è una donna con un odio/timore degli uomini mentre Connery recita la parte di Rutland, un giovane industriale vedovo, proprietario di una grande azienda editoriale. Marnie riesce a farsi assumere in un ruolo di responsabilità nel reparto commerciale dell'azienda per scelta di Rutland (che dimostra fin dal primo incontro di essere affascinato dalla donna). Marnie riesce a rubare il denaro contenuto nella cassaforte della ditta. Rutland scopre rapidamente il furto e la sua autrice e la "ricatta": gli chiede di sposarlo per non rivelare il furto. Marnie accetta anche se non riesce a corrispondere all'amore di Rutland, rivelando il suo terrore per i rapporti affettivi con gli uomini. Rutland cerca di scoprire la ragione dei disturbi psicologici della sua compagna. Aiutata da Mark, Marnie riesce, alla fine del film, a scoprire le ragioni delle sue fobie: quando era una bambina (di 5 anni), sua madre era una prostituta e Marnie uccise un cliente della madre (un marinaio, interpretato da Bruce Dern). La madre riuscì a far credere di essere stata lei a compiere l'omicidio per difendere la piccola figlia dalle attenzioni del marinaio. Il film ha un lieto fine: Marnie riesce a riportare alla coscienza il ricordo rimosso di quei terribili momenti e a guarire.

Tra gli interpreti anche la futura attrice di "soap opera" Melody Thomas nel ruolo di Marnie bambina (che compare in alcuni flashbacks)."

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FONTE CRITICA

CRITICA :
"Chi è Marnie? “È una ladra”, ha dichiarato Hitchcock ai “Cahiers du Cinéma”,”ma con un fondo strano. Il film è una storia d’amore e insieme un racconto poliziesco. L’uomo cerca di conoscere il vero volto della donna che vuole sposare. Il film è poliziesco non perché Marnie è una ladra, ma a causa di ciò che la spinge a rubare. È un’inchiesta sulla psicologia della ragazza. Quello chi si deve scoprire è perché Marnie si agita quando vede il colore rosso. In quei momenti il suo viso e tutto lo schermo diventano rossi”. Il mondo visto attraverso la visuale deformata di una psicopatica è anche il tema di Deserto rosso di Antonioni: ma Hitchcock ha aggredito l’argomento alla sua maniera, senza compiacimenti formalistici o indugi letterari. Le suggestioni anche sottili appaiono bruciate nel ritmo incalzante di un racconto con la sorpresa finale. Lo stile del regista dà un tono inquietante e allucinatorio agli eventi della vita quotidiana. Marnie è tratto da un romanzo di Winston Graham, ma trasferendosi sullo schermo è diventato puro Hitchcock. Assomiglia, infatti, a uno dei film più caratteristici del maestro inglese, Notorious, dove lngrid Bergman e Cary Grant interpretavano un po’ nei modi della commedia leggera una vicenda di spionaggio. Qui sono chiamati a ripetere il gioco Scan Connery, promosso attore da agente 007, e Tippi Hedren (per la parte della protagonista si era parlato del ritorno al cinema di Grace Keily). Non si tratta più di spionaggio, ma di psicoanalisi: un playboy, analista dilettante, deve scoprire l’inconscio della bionda che ama. Un viaggio in quello che Freud chiamava “l’interno paese straniero” di ogni essere umano è sempre un’avventura appassionante; ed è anche un “giallo” perché ciascuno porta il suo mistero chiuso dentro di sé. Anni or sono, in Io ti salverò, Hitchcock aveva anticipato un duetto su temi psicoanalitici: là era la Bergman che liberava dalla nevrosi Gregory Peck, impastoiato in certi brutti incubi ideati con la collaborazione di Salvador Dalì. Il tono dei film era serioso e perfino stucchevole. Marnie, invece, è svolto in chiave blandamente ironica, affidato a personaggi che sanno già tutto della psicoanalisi e dimostrano anche una mezza voglia di riderci su: salvo a svelare, in certe aperture folgoranti, il reale peso di un trauma infantile. Non racconteremo perché Marnie sente insopprimibile l’istinto di rubare, perché odia gli uomini e ama i cavalli. È piacevole affidarsi all’estro di Hitchcock, un narratore che conosce come nessun altro l’arte di scoprire le carte una per volta. A parte la soluzione troppo ottimistica, che è un’evidente concessione alle esigenze commerciali, Marnie è un film pressoché perfetto. Non c’è la truculenza di Psyco e di taluni episodi di Gli uccelli, anche se il ricordo che conclude l’itinerario nella memoria della protagonista è atroce. Questa volta Hitchcock giostra fra corse di cavalli e cacce alla volpe, crociere e tazze di tè: il suo merito è soprattutto quello di mostrarci il risvolto di un mondo in apparenza agiato e tranquillo, con una passione demistificatrice abbastanza curiosa in un artista senza passioni."
[ Da Tullio Kezich, Il cinema degli anni sessanta, 1962-1967, Edizioni Il Formichiere ]

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La scena che più mi riempie di tensione è questa :

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In cui solo un sottile muro divisorio (magistralmente ripreso di taglio frontale, per dare modo allo spettatore di collegare due eventi che seppur contemporanei, non devono essere collegati, devono svolgersi paralleli, per evitare la tragedia e la denuncia)... separa Marnie in piena crisi cleptomane da un'anziana signora intenta a pulire il pavimento. Per tutto il tempo rimaniamo col fiato sospeso... ogni rumore ci spaventa, potrebbe far scoprire la protagonista, contiamo insieme a lei i secondi che la separano dalla fuga, ci rendiamo conto di quanto banale sia a volte la tempistica del crimine (lavo a terra, derubo una cassaforte, stessi minuti, sempre gesti umani, quasi paiono sullo stesso livello anzi)... e solo dopo ci accrogiamo che l'anziana...
SPOILER (click to view)
... è sorda !!! E non avrebbe scoperto Marnie neanche se lei avesse urlato mentre scappava... scherzetto hitchcockiano, eh ? ;)


Film splendido in cui la protagonista con tutte le sue turbe psichiche interagisce con uno Sean Connery pieno di charme, e quasi troppo sexy per essere in un film di Alfred. Un contrappeso alla frigidità di lei... il fuoco che ne scioglierebbe il ghiaccio. Il rosso che la fa regredire nell'urlo.
E lei, estremizza il vizio di una Marion (Psycho) fino alla patologia... rende più umana la sociopatia di un Norman (del medesimo film) somatizzando il proprio trauma personale in una compulsione che non lascia tracce di sangue.
E lo scavo che compiamo insieme a Connery, nell'indagine del mondo interiore e del passato di Marnie, ci porta alla liberatoria scoperta finale... e alla speranza di un futuro migliore.
Mille sfaccettature di emozioni in questo film del Grande... : uno dei miei preferiti, che rivedrei senza mai stancarmi.

 
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deborah mayfair
view post Posted on 18/2/2007, 13:35




Grazie, Ari!Smack!:)

Marnie è uno dei film che preferisco di Hitchcock, una pellicola che presenta temi piuttosto scottanti per l'epoca: il feticismo di Rutland per la donna - ladra e la frigidità di lei, seppur vagamente accennate. Proprio di questo si rammaricò Hitchcock: di non aver potuto analizzare e portare a fondo i temi portanti della storia. Nonostante questo, si tratta, secondo me, di un film pienamente riuscito.
La scena che hai citato è geniale, il classico "Hitchcock Touch". Ricordo come mi sorprese piacevolmente la prima volta che guardai il film.
SPOILER (click to view)
Ci sono altri momenti molto belli: la presenza del colore rosso che è collegata al trauma subito da Marnie in passato, il flashback che svela ciò che accadde e tutte le scene finali nella casa della madre di lei, la luna di miele (in cui si accenna ad una sorta di "stupro" di Rutland nei confronti di Marnie), la scena tra Marnie e il suo cavallo (deve uccidere l'unica cosa a cui è affezionata).

Sono molto interessanti i paragoni che hai fatto tra Marnie e i due protagonisti di Psycho (Norman e Marion), sono d'accordo con te.
Il film è inoltre accompagnato da un'altra splendida colonna sonora di Bernard Herrmann.
 
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arihagne
view post Posted on 18/2/2007, 14:49




... ;)
Quoto in pieno... : non sapevo che Hitchcock avesse avuto degli ostacoli nella realizzazione completa della sua idea.
E in effetti a pensarci per molti versi non poteva che fare scalpore, dati i risvolti psicologici interessati.
Bellissimo il rapporto fra lei e il suo cavallo...^^... una creatura innocente come un animale era l'unica che potesse far entrare nel proprio cuore, l'unica a cui rivelare la vera se stessa.

Coincidenza che devo ancora spiegarmi : il topic l'ho aperto stamane e adesso stanno facendo Marnie alla tv. Giuro che non ho letto i programmi da nessuna parte. Asd... :o:
 
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Skysinger
view post Posted on 18/2/2007, 15:25




Bellissimo! Questo è il film di Hitchcock che preferisco.
 
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arihagne
view post Posted on 18/2/2007, 18:42




:)... sì, vero... anche per me... oggi me lo sono rivisto con piacere.
 
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deborah mayfair
view post Posted on 19/2/2007, 16:39




CITAZIONE (arihagne @ 18/2/2007, 14:49)
... ;)
Quoto in pieno... : non sapevo che Hitchcock avesse avuto degli ostacoli nella realizzazione completa della sua idea.
E in effetti a pensarci per molti versi non poteva che fare scalpore, dati i risvolti psicologici interessati.

L'ho letto tempo fa nel libro - intervista di Truffaut a Hitchcock. Più che ostacoli, credo che lui per primo si rese conto che temi simili erano scottanti e rinunciò a svilupparli appieno in partenza... :)
 
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5 replies since 18/2/2007, 08:45   1216 views
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