Qualcuno volò sul nido del cuculo, Milos Forman, 1975

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arihagne
view post Posted on 24/11/2006, 00:54 by: arihagne




Qualcuno volò sul nido del cuculo
(One Flew Over the Cuckoo's Nest)

FONTE

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SCHEDA :
Titolo originale: One Flew Over the Cuckoo's Nest
Paese: USA
Anno: 1975
Durata: 133'
Colore: colore
Audio: sonoro
Genere: drammatico
Regia: Miloš Forman
Soggetto: Ken Kesey (romanzo)
Sceneggiatura: Bo Goldman, Lawrence Hauben

Attori:
Jack Nicholson: Randle Patrick McMurphy
Louise Fletcher: Infermiera Mildred Ratched
William Redfield: Harding
Michael Berryman: Ellis
Peter Brocco: Colonello Matterson
Dean R. Brooks: Dr. John Spivey
Alonzo Brown: Miller
Scatman Crothers: Turkle
Mwako Cumbuka: Attendant Warren
Danny DeVito: Martini
William Duell: Jim Sefelt
Josip Elic: Bancini
Lan Fendors: Infermiera Itsu
Nathan George: Attendant Washington
Ken Kenny: Beans Garfield
Mel Lambert: Harbormaster
Sydney Lassick: Charlie Cheswick
Kay Lee: Infermiera notturna
Christopher Lloyd: Taber
Dwight Marfield: Ellsworth
Ted Markland: Hap Arlich
Louisa Moritz: Rose
Philip Roth: Woolsey
Will Sampson: Chief Bromden
Mimi Sarkisian: Infermiera Pilbow
Vincent Schiavelli: Frederickson
Mews Small: Candy
Delos V. Smith Jr.: Scanlon
Tin Welch: Ruckley
Brad Dourif: Billy Bibbit

Fotografia: Haskell Wexler
Montaggio: Sheldon Kahn, Lynzee Klingman
Effetti speciali:
Musiche: Jack Nitzsche
Scenografia: Paul Sylbert, Edwin O'Donovan

Premi:
BAFTA al miglior film del 1977
Oscar al miglior film nel 1976

"Qualcuno volò sul nido del cuculo è un film di Miloš Forman, che ha segnato la storia del cinema nella trattazione innovativa di un argomento molto delicato come il disagio relativo agli ospedali psichiatrici.
Uscito nel 1975, il film è tratto dal romanzo omonimo di Ken Kesey, pubblicato nel 1962. L'autore scrisse il libro in seguito ad una profonda esperienza all'interno di un ospedale psichiatrico dove aveva lavorato come operatore.
Il film riesce a trasmettere in maniera efficace l'intento di denuncia verso una società che ammette la presenza di strutture ospedaliere legalizzate nell'esercizio di "metodi di cura" disumani nei confronti dei pazienti, verso cui vige un sentimento razzista alimentato dalla paura del diverso.
La psichiatria è un ambito argomentativo che ha influenzato spesso la storia del cinema. La tecnica cinematografica, infatti, avvalendosi delle immagini è il mezzo migliore per la rappresentazione diretta dei molteplici aspetti della psiche umana. La follia di per sé è un aspetto della natura umana che continua a suscitare interrogativi circa la natura profonda dell'uomo.
La domanda di fondo che il film suscita riguarda l'esistenza di una base certa che funga da parametro nello stabilire la linea di demarcazione che separa il mondo della normalità da quello della follia. Nel film, la pazzia è vista come un "non luogo", come un qualcosa che il protagonista ha dentro di sé e vuole portar fuori, quasi un voler dire "in fondo siamo tutti un po' pazzi".
Ciò che emerge è la relatività del concetto di follia; insomma, siamo sicuri che all'interno del manicomio i veri pazzi siano i pazienti? È evidente che in questo contesto il concetto di normalità risulta spodestato dalla propria autenticità concettuale.

Il titolo
Il titolo è altamente simbolico, ma la traduzione italiana limita la comprensione effettiva del significato che esso racchiude. Letteralmente riprende il verso di una filastrocca: "One flew east, one flew west, one flew over the cuckoo's nest". Il termine inglese "cuckoo" indica propriamente il cuculo, ma in senso traslato significa anche "pazzo". Il cuculo non ha un proprio nido ed è solito deporre le uova in nidi diversi per far crescere i propri piccoli. Di conseguenza quest'ultimi sono ospiti che vengono nutriti da uccelli che non sono i loro genitori. Nel film, il nido è rappresentato dal manicomio i cui ospiti sono degli esseri umani tenuti sotto una ferrea disciplina in apparenza terapeutica ma che in realtà nasconde un profondo intento sadico.

La trama
La vicenda semplice ed essenziale si svolge all'interno di un ospedale psichiatrico degli Stati Uniti. Giunge presso il manicomio un giovane di nome Randle P. McMurphy (interpretato da uno splendido Jack Nicholson) che, condannato per reati di violenza, cerca di evitare il carcere spacciandosi per matto. Il suo arrivo comporta importanti cambiamenti volti a far crollare la ferrea disciplina che immobilizza in maniera repressiva la realtà del manicomio.
Con atteggiamento ribelle e spregiudicato McMurphy si prende gioco delle sedute psichiatriche di gruppo, si improvvisa radiocronista di immaginarie partite di baseball, di nascosto riesce ad effettuare una gita in barca con i presunti folli. Più i ricoverati si stringono intorno a lui, più l'istituzione ospedaliera, impersonificata dalla terribile capo infermiera Miss Ratche (Louise Fletcher) aumenta il sistema di repressione disumano. Instaurata l'amicizia con un indiano di gigantesche dimensioni, che si era finto sordo-muto, decide di scappare con lui ma prima, corrompendo il custode, organizza una festicciola notturna per i compagni con la partecipazione di due ragazze fatte entrare clandestinamente.
La mattina successiva la Ratche scopre l'accaduto cogliendo uno dei pazienti, il mite Billy, tra le braccia di una delle due donne. L'infermiera terrorizza il giovane facendo leva sul suo senso di colpa fino ad indurlo al suicidio. La falsa indifferenza dell'infermiera di fronte all'accaduto, preoccupata soltanto di far finta di niente come se nulla fosse successo, porta McMurphy a cercare di ucciderla...

(Qui penso convenga lo spoiler...) :

SPOILER (click to view)
...ma non ci riesce, e una volta sottoposto a lobotomia il giovane è ridotto a una larva umana che l'amico indiano soffoca con un cuscino prima di riuscire a scappare."


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L'ho messo fra i Cult/Classici, non solo per la data relativamente passata, ma anche perchè, sinceramente, lo considero un Cult (e un Classico).
Un film terribile, quanto può esserlo l'inesorabilità della follia umana... e bellissimo allo stesso tempo. Fa venire le vertigini... confonde, fa dubitare della propria salute mentale e a un certo punto... lo spettatore guarda come se fosse uno dei pazienti della clinica, assiste alla deformazione della realtà che i personaggi, in primis Randall, vivono quotidianamente, ci entra dentro e se ne sporca le mani... e la sottile linea che separa lucidità da pazzia, giusto da sbagliato... s'infrange...
... Se non fosse per lui : il solido, angelico, meraviglioso indiano muto come la morte, o come Dio, o come un folle qualunque... in lui è riposto ogni quesito ed ogni soluzione.
Un grande, anzi mitico Jack Nicholson !!!

 
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18 replies since 24/11/2006, 00:54   1935 views
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