Shine, di Scott Hicks

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arihagne
view post Posted on 20/10/2006, 02:34




Shine

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http://it.wikipedia.org/wiki/Shine

Titolo originale: Shine
Paese: Australia
Anno: 1996
Durata: 105'
Colore: colore
Audio: sonoro
Genere: drammatico, biografico, romantico, musicale
Regia: Scott Hicks
Soggetto: Scott Hicks
Sceneggiatura: Jan Sardi
Produzione: Jane Scott

Attori:
Geoffrey Rush: David Helfgott
Justin Braine: Tony
Sonia Todd: Sylvia
Chris Haywood: Sam
Alex Rafalowicz: David bambino
Noah Taylor: David adolescente
Armin Mueller-Stahl: Peter
Nicholas Bell: Ben Rosen
Rebecca Gooden: Margaret
Marta Kaczmarek: Rachel
John Cousins: Jim Minogue


Fotografia: Geoffrey Simpson
Montaggio: Pip Karmel
Musiche: David Hirschfelder + Frédéric Chopin, Franz Liszt, Niccolò Paganini, Sergei Rachmaninov, Nikolai Rimsky-Korsakov, Robert Schumann, Antonio Vivaldi, Ludwig van Beethoven...
Scenografia: Vicki Niehus
Costumi: Louise Wakefield

Premi:
1 Oscar 1997 (su 7 nomination): "miglior attore protagonista" (a Geoffrey Rush)
1 Golden Globe 1997 (su 5 nomination): "miglior attore protagonista drammatico" (a Geoffrey Rush)
2 BAFTA 1997 (su 9 nomination): "miglior attore protagonista" (a Geoffrey Rush), "miglior sonoro" (a Jim Greenhorn, Toivo Lember, Livia Ruzic, Roger Savage, Gareth Vanderhope)



Recensione/Trama
(di Tullio Kezich, Il Corriere della sera)

http://www.mymovies.it/dizionario/critica.asp?id=48628


Australia, 1996
Amorevole tiranno, l’ebreo Peter Helfgott (uno straordinario odiosissimo e commovente Armin Muller-Stahl) esule in Australia per sfuggire al flagello della svastica ha tirato su il figlioletto nel culto esclusivo del pianoforte. Ancora poco più che un bambino, David (Alex Rafalowicz) è già un virtuoso in grado di affrontare i concorsi sotto l’assillo dell’ingiunzione paterna: «Devi vincere sempre». Al ragazzo, che tiene gelosamente segregato evitandogli il più possibile i contatti con il mondo di fuori, Peter affida il compito di riscattare le catastrofi abbattutesi nel corso del tempo sulla famiglia Helfgott. Ma non è possibile che il talento di David resti esclusiva proprietà paterna: se ne interessano un bravo maestro, i filantropi dell’alta borghesia ebraica, il rabbino della locale sinagoga, la scrittrice Katharine Susannah Prichard (un bel cammeo della veterana Googie Withers) fondatrice di un circolo stalinista; e i ripetuti successi del giovanetto (che intanto è cresciuto nella personificazione del vibrante Noah Taylor) si traducono in articoli di giornale che il padre devotamente ritaglia e incolla su un album.
Se Peter riesce a impedire che David vada a perfezionarsi negli Stati Uniti, incoraggiato dalla Prichard il ragazzo afferra al volo l’occasione successiva: una borsa di studio al Royal College of Music di Londra, dove avrà come maestro un ispirato ex concertista dal bracdio paralizzato (giù il cappello di fronte al divino Sir John Gielgud, anni 91). E se in preda al dispetto il babbo ha decretato l’ostracismo al transfuga («Tu sarai punito per tutta la vita!») dando alle fiamme il librone dei tagli, David spera di riscattarsi affrontando finalmente, com’era desiderio dell’ingombrante patriarca, il terzo Concerto per pianoforte di Rachmaninov op. 30 considerato la vetta delle difficoltà pianistiche. E mentre ascoltando il nastro dell’esecuzione giù in Australia Peter piange di consolazione e di rabbia, la sua maledizione coglie nel segno: sul trionfo del concerto David ha un collasso, viene portato in manicomio e in un succedersi di elettroshocks inizia un decennale periodo segnato dalla malattia mentale.
Lo ritroviamo ormai uomo fatto (il terzo interprete è l’eccellente Geoffrey Rush, reduce dall’aver impersonato in scena Il revisore di Gogol e Astrov in Zio Vanja), che dopo il divieto dei medici di avvicinarsi al pianoforte parla a macchinetta, tuma in continuazione e da buon regredito all’infanzia si abbandona a ogni tipo di bambinesche stranezze aggrappandosi quando può al seno delle donne. E così abbiamo riordinato cronologicamente la vicenda del film Shine, che rispecchia con qualche libertà drammaturgica approvata dall’interessato la vera storia del pianista David Helfgott, oggi appena cinquantenne e in piena attività concertistica; ma lo sceneggiatore Jan Sardi e il regista Scott Hicks hanno scelto invece un’efficace formula di racconto all’indietro. Si comincia con David adulto che inzuppato di pioggia approda al Moby’s Bar e dopo esser diventato il pianista del locale attira l’attenzione dei media, ha un estremo incontro con il padre e fa innamorare di sé e sposa l’opima e bionda astrologa Gillian (Lynn Redgrave). L’ultima immagine del film coglie i due, abbracciati e sorridenti, mentre attraversano il cimitero dove il vecchio rompiscatole ha finalmente trovato la pace. La morale è che la vita, come sentenzia il protagonista, è «una tragedia ridicola» nel corso della quale «non si può perdere sempre».
Lanciato dal Sundance e rilanciato dall’ultima Mostra di Venezia, Shine è un racconto vivido, appassionato e sorprendente, ben fotografato, ben tagliato, ottimamente recitato; e soprattutto ecletticamente immerso in un contesto pianistico che va da Chopin a Funiculì/unicula’. Il pezzo forte resta comunque il Concerto numero 3 di Rachmaninov, un compositore nato per il cinema: e basterà ricordare la suggestiva utilizzazione del Concerto numero 2 per Breve incontro (1946) di David Lean.
(Da Il Corriere della Sera, 22 marzo 1996)


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Io non ho parole, sinceramente, amo troppo questo film... mi gira la testa ogni volta che lo vedo e lo sento : solo seguire le dita di David su quegli 88 tasti che di colpo sembrano infiniti... mi fa entrare in un labirinto mentale e musicale che sospetto sia il breve e minimo assaggio della follia che l'ha colpito.
Magistrali gli attori... Rush, Taylor, Muellen-Stahl...nella resa dei conflitti fra se stessi e fra loro, nel riuscire a comunicare sfumature emotive di ogni tipo... in tutto.
E qui torna il discorso del rapporto conflittuale padre-figlio geniale...
Penso che comunque in tutta la sua tirannia soffocante, questo padre, in realtà, non volesse fare altro che proteggere il prodigio, non tanto per attaccamento genitoriale e neanche per egoismo, ma perchè consapevole in qualche modo della fragilità del figlio : e tiranneggiare era il suo unico modo di manifestare questo istinto... l'unico per proteggere la labilità sia del genio che dell'umanità di David... per proteggerlo da se stesso... in un mondo più duro di quel che il figlio potesse immaginare.
Vabbè, che poi anzi così abbia peggiorato la situazione... è ovvio : il bello del film è proprio questo, non risparmia nulla, mostra tutto, fa vedere i meccanismi consci e non consci nei singoli personaggi e nelle loro relazioni.
E quale catarsi la ripresa, l'amore, il concerto finale... : ogni volta piango fiumi di lacrime... ;)
E vogliamo parlare della musica ?.... Mio Dio... : che goduriaaaa !!! :wub:





Edited by arihagne - 4/11/2006, 15:49
 
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Skysinger
view post Posted on 20/10/2006, 11:05




Non l'ho mai visto...
...dev'essere meraviglioso! :o: Mi sono commossa solo a leggere la scheda. :cry:
Devo cercarlo, assolutamente!
 
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view post Posted on 29/10/2006, 01:48
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giuda

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Stupenda biografia musicale di un artista strambo ed eccentrico e dal talento innato, tale David Helfgott. Scott Hicks riesce ad amalgamare nel modo più congeniale la drammaticità della storia con la gioia di vivere del protagonista, un Geoffrey Rush(vincitore del premio Oscar per il migliore protagonista) qui in stato di grazia, fenomenale e di una simpatia disarmante. Belle anche le performances di Gielgud, il vecchio professore del giovane David, Noah Taylor, l'aspirante pianista di fama e Armin Müller-Stahl, un padre padrone e violento.
Ottimo il commento musicale di David Hirschfelder.

 
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Skysinger
view post Posted on 23/10/2007, 16:09




L'ho visto ieri, non posso che confermare quello che è stato detto nei post precedenti. Forse meritava anche più premi, sacrosanto l'oscar a Geoffrey Rush e ho trovato fantastico Noah Taylor.
Il susseguirsi delle immagini durante le esecuzioni al piano è spettacolare, soprattutto quella di Rach 3, l'alternanza con i silenzi è estraniante e mette i brividi. Davvero bellissimo!
 
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Lacrima rossa
view post Posted on 24/10/2007, 14:55




Secondo me è bello ma anche un pò troppo pesante.... -_-
 
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4 replies since 20/10/2006, 02:34   562 views
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