| Tre storie diverse che si intrecciano tra loro, tre paesi diversi: Giappone, Marocco, Messico (ed in parte Stati Uniti). Un avvenimento insignificante, un turista giapponese che regala un fucile alla sua guida marocchina come segno di ringraziamento e di amicizia e che poi quest'ultimo venderà ad una famiglia di pastori marocchini per uccidere gli sciacalli che infestano il bestiame scatena una serie di eventi improvvisi. Due ragazzini, i figli del pastore marocchino, vogliono provare la gittata del fucile e sparano per sbaglio ad una turista americana. Tre culture diverse raccontate con grande sensibilità e senza mai cadere nei luoghi comuni e nei clichè: la dignità della famiglia di pastori marocchini, la gioia e l'allegria del popolo messicano che celebra un matrimonio, il mondo di un'adolescente giapponese sordomuta nella lucente ed immensa Tokyo, fatto di uscite con le amiche, partite di pallavolo, ma anche di momenti tristi in cui nessuno sembra volerla comprendere veramente. Guardando il film ti viene voglia di andare in ognuno di quei paesi, immergerti nella cultura di chi vi abita, imparare la loro lingua. L'incomprensione, in queste persone, è solo inziale: la donna americana (Cate Blanchett), dopo un primo momento di panico da parte del marito (Brad Pitt) che non riesce a farsi capire, verrà aiutata dagli abitanti di un villaggio che la cureranno e la ospiteranno, mentre saranno proprio gli altri turisti americani ad andarsene col pullmann e a non aspettare la coppia. Emblematico in questo senso è l'abbraccio tra il personaggio interpretato da Brad Pitt e la guida marocchina che l'ha ospitato nella sua casa e lo sguardo di amicizia e riconoscenza che si scambiano prima di lasciarsi. L'amore della governante messicana (Adriana Barraza) per i bambini che accudisce fin dalla nascita (i figli della coppia di americani)e la sua preoccupazione ed il suo dolore quando, in seguito ad una serie di avvenimenti, li perde nel deserto; la stupidità dei poliziotti che pensano che lei li abbia rapiti e non le lasciano nemmeno spiegare la situazione. La ragazza giappponese che, dopo aver capito di stare sbagliando col suo comportamento (ma alla fine cerca solo un pò d'amore)riuscirà a riconciliarsi col padre. Inarritu è riuscito a dosare molto bene le tre storie, in un film dal crescendo drammatico che non annoia mai e tiene incollati alla poltrona. Forse c'è un pò di retorica nel finale dell'episodio della ragazza giapponese, ma un film è fatto anche di questo. Un'altra cosa che ho notato è anche l'ostacolo che può rappresentare la burocrazia: lenta ed ottusa, rischierà di far perdere la vita alla turista americana. Il cast è straordinario, tutti quanti: Brad Pitt invecchiato e in un ruolo che mette in evidenza le sue capacità recitative, Cate Blanchett appare poco ma è bravissima come sempre, straordinaria Adriana Barraza, la governante dei due bambini, molto bravo anche Gael Garcia Bernal. La colonna sonora accompagna alla perfezione i momenti toccanti del film ed è di Gustavo Santaolalla, che già aveva composto le musiche per Amores Perros e 21 Grammi, ma anche per Brokeback Mountain ed altri film. La bimba, figlia degli americani, è la sorellina di Dakota Fanning e ci sono anche delle comparsate di Michael Pena e Clifton Collins Jr.
Edited by deborah mayfair - 3/11/2006, 18:12
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