Grazie per la cioccolata, di Claude Chabrol

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arihagne
view post Posted on 14/10/2006, 19:49




Grazie per la cioccolata
(Merci pour le chocolat)


http://www.mymovies.it/dizionario/recensione.asp?id=29279

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(Merci pour le chocolat)
Un film di Claude Chabrol.
Con Jacques Dutronc, Isabelle Huppert, Anna Mouglalis, Rodolphe Pauly. Genere Drammatico,
colore, 110 minuti.
Produzione Francia 2000.

"André Polonski e Mika Muller si sposano una seconda volta, coniugando, "alchimicamente", musica e cioccolata. Pianista di fama mondiale lui e direttrice di un'azienda di cioccolato lei, dividono la loro esistenza con Guillaume, figlio nato dalla prima moglie Lisbeth, sorellastra di Mika. Nella loro vita, per una curiosa coincidenza, "rientra" Jeanne Pollet, una giovane pianista ambiziosa. In una strana confessione, Jeanne scopre dalla madre di essere stata scambiata, in clinica, al momento della nascita, e di essere stata, solo per un attimo, "figlia" del pianista Polonski. La curiosità, prima, e la passione, dopo, che accomuna magicamente Jeanne e André, inducono la giovane donna a entrare nella casa e nella "perversione"della famiglia Polonski. Ma il talento di Jeanne e l'armonia tra i due mineranno irrimediabilmente l'onnipotenza di Mika, risvegliandola da un sonno atavico... Un film talmento freddo e perfetto da dover essere chimicamente ritoccato per scaldarne le copie, parole di Chabrol, che in un'aderenza sorprendente a quella che sembra essere ormai il suo alter ego, Isabelle Huppert, mesce la cioccolata fino a portarla al punto di ebollizione. Punto di non ritorno del suo personaggio, Mika, che come un ragno tesse la tela, lavorando un uncinetto a maglie strette che anestetizza e cattura l'isolamento di una famiglia mai completamente sua. Un esilio nella parte più buia dell'anima e della mente, quella in cui la raffinata intelligenza di Chabrol, ricerca, da sempre, l'archetipo. La parola che diventa comportamento, la notazione grafica del pianista che si fa materia nelle confezioni eleganti della Muller, avvolgendo nel cioccolato la "perversione". "


Critica :

Lietta Tornabuoni (La Stampa) -

Una caraffa thermos piena di cioccolata calda (forse avvelenata) sembra un proiettile minaccioso; il lavoro a maglia posato sulla spalliera d'un divano pare la ragnatela che rinserra i personaggi. Grazie per la cioccolata, tratto da un romanzo di Charlotte Armstrong, diretto da Claude Chabrol, esprime meravigliosamente lo stile del regista e del suo maestro Fritz Lang (citato attraverso il dono della videocassetta di Dietro la porta chiusa): borghesia criminale, poesia della fatalità, intrico d'eventi reso con il succedersi dei piani, ipotesi di vite non vissute e di storie non raccontate, d'una realtà mai esistita. Lui e lei, pianista celebre ed erede di una industriadi cioccolata, svizzeri maturi di Losanna, si risposano. Erano già stati sposati in passato. Convivono da tre anni. Lui è vedovo (la moglie precedente, molto amica della moglie attuale, è morta in un incidente d'auto) e padre d'un figlio adolescente. Il giorno della nascita di quest'ultimo, per un errore subito corretto, in clinica una neonata era stata presentata al pianista come sua figlia. Cresciuta e pure lei pianista, la ragazza viene a sapere del minimo equivoco del passato, si presenta al falso padre Jacques Dutronc, viene bene accolta anche dalla moglie di lui Isabelle Huppert, chiede aiuto per la preparazione d'un pezzo da presentare all'esame ( Funerali di Liszt), s'insinua e s'installa nella famiglia ignorando quali pericoli corra. I due ricchi coniugi sono infatti incarnazioni diverse del Male. Lui, immerso in un profondo perverso egocentrismo d'artista, ignora l'esistenza altrui. Isabelle Huppert, sollecita, protettiva, mossa da un'effervescente affettazione di cortesia, è una signora letale dalle pulsioni distruttive, assassine: e un'attrice magnifica nei gesti fermi mortalmente esatti e tenaci, nel comportamento soave e insieme ferreamente prepotente, in quel tanto di sopraffazione e di pretesa d'obbedienza che distingue molte pe rfette padrone di casa. Luci calde, quiete elegante, dialoghi educati, leggerezza trasparente, sonnolenza gentile nascondono il cuore nero e spietato del delitto: da anni (dai Settanta di Una moglie infedele, di Violette Nozière) Claude Chabrol non raggiungeva una tale perfezione, non era così bravo.
[Da La Stampa, 12 novembre 2000]

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Catalogabile,anche fra i thriller, sinceramente ho preferito metterlo fra i drammatici : se il thriller c'è, non si vede, intenzionalmente, e quindi lasciamolo latente...^^
Una scoperta per me.
Vedendolo all'inizio credevo fosse di una noia mortale e invece... sottilmente... ti scava sempre più il desiderio di capire.
Perchè fra tutti adoro la recitazione della Huppert, indecifrabile come una sfinge edipica, precisa come un metronomo, nei gesti, nelle parole, nel tono, nell'aplomb... tanto da trasformare quel thermos di cioccolata, gradualmente, in un oggetto del'orrore agli occhi dello spettatore.
E il modo impercettibile in cui il regista è riuscito a dosare perfettamente il nodo di tensioni all'interno della famiglia borghese appartenemente "normale"...
Impressionante.
Lo consiglio a chiunque ami il genere.
E poi ... che goduria sentirsi i Funerali di Liszt in costruzione... :)
 
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Keirah
view post Posted on 15/10/2006, 10:35




ah però, ne ho sentito parlare...però ancora non l'ho visto..
 
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morgana_black
view post Posted on 24/6/2007, 00:17




Ho dovuto guardarlo per ben 3 volte (al cinema e in tv) per riuscire a farmelo piacere...ora lo considero un grande film e anche se non impazzisco per la Huppert devo ammettere che è di una bravura eccellente.
 
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2 replies since 14/10/2006, 19:49   537 views
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