The Addiction, Vampiri a New York

« Older   Newer »
  Share  
Moon Scythe
view post Posted on 22/1/2010, 20:50




The Addiction - Vampiri a New York

image image image

Titolo originale: The Addiction
Paese: Stati Uniti/Argentina
Anno: 1995
Data di pubblicazione in Italia: 19 novembre 1999
Lingua: Inglese
Durata: 82 min
Colore: b/n
Audio: sonoro
Luoghi di Riprese: New York, USA
Genere: horror, drammatico
Regia: Abel Ferrara
Sceneggiatura: Nicholas St. John
Interpreti e personaggi
* Annabella Sciorra: Casanova
* Lili Taylor: Kathleen Conklin
* Christopher Walken: Peina
* Paul Calderon: Il Professore
* Edie Falco: Jean
Fotografia: Ken Kelsch
Montaggio: Mayin Lo
Musiche: Joe Delia
Divieti: Italia:VM14 | Norvegia:18 | Singapore:M18 | Australia:R | Germania:16 | Portugal:M/18 | Corea del Sud:18 | Spagna:18 | UK:18
Premi: Premio della critica al Mystfest nel 1995


Trama:
tratto da "il Morandini"
Studentessa alla vigilia della laurea in filosofia viene contagiata da una vampira di nome Casanova, traendone piacere, forze e vitalità. Sprofonda nell'abominio del sangue, contagiando uomini e donne con cui viene in contatto. Girato in un bianco e nero che percorre tutte le sfumature del nero e che ricalca, nella sua mescolanza di espressionismo e realismo, i toni, le luci, le linee e i tagli del cinema noir americano degli anni '40 e '50, è un angoscioso e delirante film sul disagio, il contagio, la solitudine, l'angoscia, la morte. A. Ferrara e il suo sceneggiatore Nicholas St. John ricorrono a un materiale narrativo di pulp fiction (un horror che sconfina spesso nella truculenza della spazzatura violenta), imbottendolo di citazioni che sono una piccola antologia del pensiero negativo a cavallo tra l'Ottocento e il Novecento. Tra Nietzsche e Auschwitz, il 10° film di Ferrara è una interrogazione sulla presenza del Male nel mondo.




-----------------------------------------------------------------





Ho rivisto qualche minuto di questo film qualche giorno fa facendo zapping in tv in una delle mie tante e solite notti insonni, e ho cercato una recensione nel forum, curiosa del vostro giudizio.
Ma - non molto sorpresa - ho visto che mancava ed ho deciso di pubblicarla io, sperando di non essere pesante come al solito (visto che la media dei lettori abbandona le mie recensioni non dopo il 5° rigo XD ).
Partiamo dal principio: la mia decisione di porlo nella sezione Horror è stata molto combattuta. Questo perchè è a metà tra un film che tale vorrebbe essere ma che sfocia più nel drammatico che in altro.
La scelta di usare la figura del vampiro è direttamente correlata alla forte metafora della dipendenza che non viene tenuta celata molto a lungo.
Difatti è un film molto criticato dagli stessi amanti del genere, perchè lascia tutto nel vago riducendo la figura del vampiro, la sua esistenza e la violenza che ci si aspetta, giusto al nucleo essenziale e riduttivo.
Ma in realtà, il suo tema principale non è nè il vampirismo tantomeno la droga con la sua dipendenza, bensì il male, "onnipresente, inevitabile, costitutivo dell'uomo e della sua storia"
SPOILER (click to view)
anche la redenzione della protagonista è ostacolata, ed è raggiunta solo grazie ad un annullamento del sé.

A questo si aggiunge il fattore filosofia di cui tutta la pellicola è impregnata, dai monologhi alle citazioni varie ed insistenti seppur pretestuose direi e di sicuro presuntuose, in quanto riassuntive (nel complesso) di più di un secolo di filosofia. Da qui ne ricaviamo un film non indicato alla stragrande maggioranza degli amanti del classico horror, bensì ad un'anima solitaria ed incompresa che rimurgina sempre tra sé e sé alla ricerca dei perchè della vita.
No, non è vero XD , però magari un pochino si. Perchè il film altro non è che un monologo (quello eterno ed unilaterale) dell'uomo contro la sua stessa natura, contro i suoi peccati che scaturiscono dalle sue debolezze, contro il libero arbitrio che superficialmente accetta prendendo da solo le sue scelte, ma che poi combatte quando si presentano le conseguenze delle sue azioni. E da qui un circolo vizioso: quanto realmente esiste il libero arbitrio? Siamo noi a compiere le nostre scelte, oppure sono loro che si accavallano alla nostra vita ed inevitabilmente entrano a far parte di noi rendendoci loro schiavi involontari e coscienti?
Come diceva Sproul: "non siamo peccatori perchè pecchiamo. Pecchiamo perchè siamo peccatori."
Succubi della nostra vita.
E come asserisce la protagonista, Kathleen, in seguito a questa presa di coscienza: "Ora, che scelte hanno persone come noi? Non sembra che ne abbiamo”.
E ogni porta che viene aperta rivela la fatiscenza che vi si nasconde: qui sta il vero orrore, nella mancanza di argomentazioni contrarie - non resta che la fede, che è l'antitesi del processo logico.
SPOILER (click to view)
e che risulta il punto di approdo finale, estremo, della protagonista che cerca la redenzione


Edited by Moon Scythe - 22/1/2010, 22:53
 
Top
0 replies since 22/1/2010, 20:50   137 views
  Share