Tony Manero, di Pablo Larrain

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MetalAngel
view post Posted on 8/12/2008, 11:45




Tony Manero

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tratto da http://filmup.leonardo.it/

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Titolo originale: Tony Manero
Nazione: Cile, Brasile
Anno: 2008
Genere: Drammatico
Durata: 98'
Regia: Pablo Larrain
Sito ufficiale:


Cast: Alfredo Castro, Paola Lattus, Héctor Morales, Amparo Noguera, Elsa Poblete
Produzione: Fabula Productions, Prodigital
Distribuzione: Ripley's Film
Data di uscita: 09 Gennaio 2009 (cinema)

Trama:
Mentre il suo paese, il Cile, é messo in ginocchio dalla dittatura di Pinochet, Raùl Peralta, si esalta ammirando e simulando le gesta di Tony Manero, personaggio cinematografico reso noto dal mitico John Travolta. Per cercare di assomigliargli in tutto per tutto, organizza spettacoli di danza e il week-end, si lascia trasportare dalla febbre del sabato sera sulle piste da ballo. Ma Raùl, é anche un personaggio ambiguo che si macchia la coscienza commettendo crimini; in un certo modo rispecchia la società del suo paese, o meglio, quello che la dittatura ha forzatamente plasmato...


Edited by Blacksnow - 21/7/2009, 19:41
 
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cinepatrick
view post Posted on 17/1/2009, 18:26




RECENSIONE TONY MANERO
FILM TV NUMERO 2/2009

Trionfatore al festival di Torino, dove ha vinto i premi come miglior film e miglior attore, Tony Manero è l'opera seconda del cileno Pablo Larraìn, anche sceneggiatore insieme al suo protagonista Alfredo Castro e a Matteo Iribarren. Principalmente un progetto del regista, la pellicola è ambientata nel Cile del 1978 quando, sotto la feroce dittatura di Pinochet, faceva furore nelle sale cinematografiche La febbre del sabato sera. Se ne innamora anche Raùl Peralta, un uomo senza appartenenze ideologiche, egoiste, meschino e vendicativo ma abile nel ballo e, soprattutto, nel sopravvivere. Il suo solo ideale è il sogno americano, incarnato da Tony Manero, tanto che farà tutto il possibile per vincere un concorso di imitatori e poterlo impersonare davanti alle telecamere di una Tv nazionale. Metafora del Cile di oggi che, dice il regista, "volta le spalle alla sua storia per perseguire il sogno del progresso", Raùl subisce l'alienazione ingenerata dal regime e della perdita d'identità indotta dalla colonizzazione culturale americana, ma pur rinchiuso nella sua ossessione è tutt'altro che una vittima. Protagonista sgradevole come pochi altri, Raùl è braccato dalla cinepresa per l'intera durata del film, in una sua completa identificazione con quegli anni violenti, sinistri, miseri, lerci e colpevoli. Pellicola politica dunque, attraversata da una tensione che diventa palpabile, per non recedere più, dal momento in cui Raùl mostra cos'è capace di fare, in una sequenza improvvisa che la messa in scena non prepara né sottolinea in alcun modo. Da quel punto, anche tutto ciò che appare ordinario risulta innervato di una brutalità potenziale in perenne agguato. Il merito, oltre che del regista, è dal magnetico Alfredo Castro, uomo di mezzà età che balla con le giuste imperfezioni e il cui personaggio ossessivamente ripete, in inglese, una battuta dal suo film di culto: "Un giorno guardi il crocefisso e tutto quello che vedi è un uomo morente sulla croce". Ossia la fine d'ogni speranza di salvezza.


Andrea Fornasiero
 
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1 replies since 8/12/2008, 11:45   250 views
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