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Regia: Tim Robbins Cast: Raymond J. Barry, Robert Prosky, Sean Penn, Susan Sarandon
Trama: Dead man walking (uomo morto che cammina) è il grido con cui i secondini accompagnano il condannato alla sala dell'esecuzione. Matthew, accusato di stupro e omicidio, è in attesa di sentire quelle parole terribili, e chiede aiuto a Helen, suora laica cattolica, che accetta non senza perplessità il difficilissimo ruolo di assistente spirituale del condannato. La ricerca di una verità che redima invece di infierire sul condannato dà a Helen la lucidità per conciliare il senso di pietà e quello di giustizia e a Matthew la forza per pentirsi sinceramente.
Film di grande impegno politico e sociale, come direbbero gli americani, politically incorrect. Una pellicola che fa riflettere sull'inutilità, oltrechè l'atrocità di una pena che non può servire da efficace deterrente per i delitti più efferati. Tim Robbins guida al meglio la moglie, una splendida Susan Sarandon, negli insoliti panni di una suora forte e tenace, ma anche tenera e confortante, e il grande Sean Penn, un delinquente tutt'altro che cattivo, che mostra il suo lato più debole ed indifeso proprio all'approssimarsi del giorno dell'esecuzione. A mio parere, l'interpretazione di Penn valeva ben un Oscar, ma gli Academy, forse troppo schierati, politicamente parlando, gliel'hanno ingiustamente negato. Bellissimo film denuncia.
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